CORRIERE DELLO SPORT 5: Da oggi in poi - ma speriamo che Rocchi lo tenga lontano da Lissone per parecchio tempo - lo chiameremo protocollo Mazzoleni. Regole tutte sue, margini di intervento tutti suoi, linea di condotta tutta sua. Non gli bastava lo sfacio di Lecce-Empoli, con una OFR insensata, fuori procedura e fuori protocollo. No, ieri ha messo becco anche su una trattenuta che l’esordiente Di Marco (poveraccio, non gli bastava il caso “locale e gin” prima di Cosenza-Modena ad agosto) e non l’ha chiamato per un evidente braccio largo di Haps (in contatto con Kouame) in area del Genoa . L’esordio di Di Marco? Bene sul rigore su Ekuban, sul gol annullato a Belotti impossibile da vedere. Il resto... Sul rigore revocato al Genoa? Come era la storia che sulle trattenute decide l’arbitro? Diciamo che il corpo a corpo fra Kayode e Retegui sarebbe stato «nulla», ma se l’arbitro ravvede profili di punibilità (ed è Kayode il primo a mettere le mani sull’avversario), il VAR deve restare muto. Anche qui come a Lecce: dove è l’evidenza per ribaltare una decisione del campo? Sul rigore non dato alla Fiorentina? Haps salta con il braccio sinistro largo su Kouame e con questo colpisce il pallone (che arriva da lontano) all’altezza dell’avambraccio: sarebbe calcio di rigore, subito dopo Di Marco fischia un fallo di Ikoné su Vasquez che accade molto dopo (fra l’altro, timing rivedibile). Perché il VAR stavolta è rimasto silente?
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