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Gazzetta dello Sport
Italiano preferisce la forza di Duncan alle geometrie di Arthur. Ikoné e Kouamé vincono la concorrenza di fascia su Gonzalez e Sottil. Il senso non cambia: con Beltran al centro del tridente, sotto Belotti, è un 4-2-3-1 molto ambizioso. Pioli non si specchia, perché, al solito, stropiccia lo schema: Reijnders si alza subito rispetto a Bennacer, ma dire 4-1-4-1 non basta. Calabria e Florenzi si accentrano in mediana, i centrali Thiaw e Tomori si allargano e formano il quadrato di costruzione, completato dalla regia bassa di Bennacer. Cinque rossoneri impostano, cinque aspettano per rifinire e attaccare, ma senza fratture, perché la squadra riesce a restare corta. La mobilità delle funzioni toglie punti di riferimenti alla Fiorentina che fatica a calibrare il pressing. Per mezz’ora, il Diavolo imperversa. Occasioni limpide per Giroud (8’), Leao (12’), Chukwueze (17’) . Tomori (18’). Al 20’, Italiano, che ama tenere il pallone, soprattutto in casa sua, deve prendere atto che gli ospiti lo hanno gestito per il 65% del tempo. La Viola si sveglia verso la mezz’ora, quando mette a punto il pressing e quando il Milan cala di concentrazione. Lo riporta la Gazzetta dello Sport.
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