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Corriere dello Sport
Adesso, nella testa della Fiorentina, conta solo la Conference League. E allora giovedì sarà il primo impegno da non sbagliare per non complicarsi il ritorno a Firenze e, semmai, deve servire alla Fiorentina già per ipotecare il passaggio, asciugando di contenuti e carico la partita del “Franchi” con gli israeliani che andrà a inserirsi tra la Roma e l’Atalanta in campionato. Avversarie nei pensieri di poi, ora contano il Maccabi Haifa e il modo di andare avanti in Conference League, competizione che è un po’ il giardino di casa per la squadra di Italiano, capace nell’anno passato di arrivare come ricordato all’atto conclusivo al culmine di un percorso spesso esaltante per vittorie e numeri: come i 37 gol segnati in 15 partite (playoff di agosto contro il Twente non conteggiati, altrimenti il totale salirebbe a 39) che hanno fatto dell’attacco viola il migliore di tutti in assoluto (il West Ham, secondo, si è fermato a 29). Altra storia, altra stagione, ma anche in quella attuale la Fiorentina ha ribadito la naturale predisposizione ad essere protagonista con 4 vittorie, 2 pareggi e 14 gol fatti nella fase a gironi che ha prodotto gli ottavi senza passare dai 16esimi come era accaduto dodici mesi fa: e da lì e da Budapest ricomincia. Lo riporta il Corriere dello Sport.
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