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"Due cose so fare nella vita: i gol e il muratore. Così, dopo aver smesso di giocare, sono tornato a fare il mio mestiere: mi piace e ne vado orgoglioso". Esordisce così, Christian Riganò, intervistato dal Corriere della Sera. L'ex attaccante della Fiorentina racconta della sua passione, oltre a quella del gol. Quel lavoro da muratore che rappresenta il suo passato, ma adesso anche il presente. Senza nessuna chiamata per allenare, l'ex viola ha continuato a svolgere l'attività di muratore a Firenze. Oltre 300 gol in 520 presenze, con la telefonata di Giovanni Galli che lo chiamò per portalo alla Fiorentina che rimane un ricordo indelebile. Ma perchè non è più nel mondo del calcio una persona come Riganò? "Ho preso due patentini per allenare… Amo il calcio, ma si vede che non sono adatto per quello di oggi, fatto principalmente di sponsor, non accetto compromessi". Senza peli sulla lingua, come ormai abbiamo imparato a conoscerlo. Adesso la sua vita si articola intorno a cantieri e muri, ma con il sorriso sulla faccia di chi è riuscito a ottenere tutto dalla vita. Rimane, però, un rammarico, o meglio, una mancanza. Un po' di nostalgia per quella vita ricca di partite, stadi e gol: "Lo spogliatoio è la cosa che mi manca di più: lì si litiga e si scherza, è il cuore del calcio. Ho avuto l’onore di giocare contro Del Piero, Batistuta, Er Pupone…"