Seconda parte (la prima) dell'intervista a Milenkovic sui canali ufficiali della Fiorentina. Il serbo ha raccontato tanti retroscena relativi alla sua vita e alla sua carriera:
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A cuore aperto
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Le parole del serbo su tanti retroscena
Da piccolo la priorità era la scuola. Giocare per la squadra per cui tifavo da piccolo, il Partizan, è stato un sogno. Nell'ultima partita feci anche gol contro la Stella Rossa, non potevo immaginare miglior chiusura. Mia mamma si sentì male scese dallo stadio perché non si sentiva bene e proprio in quel momento segnai, tornò chiedendo chi avesse fatto gol. La famiglia mi ha spinto molto per giocare a pallone, li ringrazio tanto. Dopo le partite la mamma mi scrive subito sempre. Mia sorella è sempre stata un punto di riferimento per me. Ha iniziato a giocare a pallone prima di me senza che mia madre lo sapesse. Quando vinsi il campionato con il Partizan eravamo sfavoriti e abbiamo ribaltato i pronostici vincendo campionato e coppa. Mi manca la Serbia? Un po', gli amici e le persone lasciate lì. Qui però sto bene ed è la mia seconda casa. Mi piace visitare i monumenti, ho portato la mia famiglia in giro per gli Uffizi, Boboli e in diversi luoghi d'interesse. Per rispetto dove vivo, mi piace informarmi sui posti da visitare. Poi spesso esco in centro. A mia mamma sono piaciuti moltissimo gli Uffizi, mi ha detto che se non ci fossi andato non mi avrebbe più parlato. Mi piace scoprire i posti. Fantacalcio? Mi scrivono in tanti, in Italia è una malattia. Parole di Vlahovic su di me? Sono molto amico suo dai tempi del Partizan.
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