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Il dottor Sousa, la difesa a 4 e il centrocampo a 3: cosa va e cosa non va

Redazione VN

Si è rivisto quel centrocampo a 3 di "montelliana" memoria, con Vecino, Badelj e Cristoforo alle spalle di Borja Valero all'inizio delle ostilità. La sensazione è che le cose migliori, in fase di attacco, siano arrivate quando i mediani hanno giocato vicini tra loro. Questo ha dato la possibilità di scambiare con qualità la palla, con l'aiuto di Borja Valero, aprendo spazi che i compagni hanno però attaccato con troppa poca frequenza. Essenziale, per creare pericoli, è stato il lavoro sporco di Kalinic, che fintanto che è rimasto sul terreno di gioco si è abbassato spesso e volentieri per far gioco insieme ai compagni. Stesso discorso, ma con una porzione di campo minore da coprire, per Babacar. Bene anche il lavoro di Tello, quando Sousa nella ripresa ha deciso di spingere di più sugli esterni. 

Sono però mancati totalmente gli inserimenti, anche perché Cristoforo (che ha però fatto vedere le sue buone qualità) e Vecino non sono ancora al 100%, e anche in fase di interdizione non sempre le cose sono andate a dovere. In più c'è il problema Badelj, ombra del centrocampista dominante della passata stagione. Con quella organizzazione di gioco, il centrale dei tre deve essere bravo in interdizione, ma anche veloce a far ripartire l'azione.

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