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ex viola
Un paese litiga per la piazza dedicata ad un ex tecnico viola: “No, era ateo”
In provincia di Alessandria, nel piccolo comune di Lu Cuccaro (poco meno di 1.400 abitanti dopo la fusione nel 2019 di Lu e Cuccaro), si litiga per colpa di Nils Liedholm. La notizia è curiosa, ma - come riporta gazzetta.it - i personaggi coinvolti sono i più illustri del paese e lì la faccenda è diventata davvero seria.
Ma cosa c'entra l'ex bandiera di Milan e Roma, ed ex allenatore della Fiorentina dal 1971 al 1973, con Lu Cuccaro? La discussione è nata dopo la decisione del sindaco, Franco Alessio, di intitolare la piazza davanti alla chiesa di Santa Maria Assunta al giocatore e tecnico svedese, scomparso nel 2007. In zona il Barone era infatti molto noto visto che possedeva la tenuta agricola Villa Boemia di Cuccaro, dove produceva vino e dove è rimasto fino agli ultimi giorni di vita. Ma c'è un problema: quella è la piazza davanti alla chiesa e per alcuni "non può essere dedicata a qualcuno che fosse ateo o quantomeno agnostico".
Un'opposizione tale da spingere i cittadini a formare un comitato attraverso cui si sono rivolti all’avvocato Riccardo Vaccaro, con l'obiettivo di intitolare la famosa piazza a don Giovanni Caprino, parroco per 44 anni del paese che donò quello spazio al Comune in cambio della realizzazione della canonica, e non a Liedholm. Al Barone, dicono, può essere dedicano un altro luogo di Lu Cuccaro, non quella piazza. "In varie interviste - ha detto il legale - Liedholm si dichiarò ateo o per lo meno agnostico, l’intitolazione della piazza davanti alla chiesa è, a nostro avviso, un’iniziativa eccentrica".
Il sindaco non l'ha presa bene: "Il sagrato è di tutti e le persone si giudicano per quanto hanno fatto, non per il credo religioso o il colore della pelle. Altrimenti potremmo intitolarla a Totò Riina che era cattolico osservante", ha detto provocando. Finora sono quattro le lettere arrivate al sindaco, senza risposta. I cittadini non vogliono cedere e pensano di rivolgersi anche alla Prefettura e alla Diocesi, perché la delibera del Comune è stata presa solo da sindaco e vicesindaco, senza consultazione popolare. Ma Alessio è determinatissimo ad andare avanti.
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