"Non potevate sopportare il vostro fallimento... Dove vi ha condotto? Di nuovo da me".
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Venuti come D’Ambrosio: fior di terzini, ma alla fine si riparte sempre da lui
Così Thanos, il titano pazzo, in Avengers: Endgame; noi la ricicliamo per un personaggio che di folle ha ben poco, ma che è quello da cui la Fiorentina riparte ogni anno dopo che il terzino destro titolare (sulla carta) di turno fallisce. O se ne va semplicemente, come l'ultimo in ordine di tempo. E' così dal 2019, quando LolloVenuti è rientrato alla base dopo due anni di prestito a Benevento e uno a Lecce. Sulla fascia destra della Fiorentina, da allora, si sono alternati Caceres, Lirola (accolto come un salvatore, salutato come un infame), Malcuit - stendiamo un velo pietoso - e Odriozola, tutta gente che aveva i gradi per panchinare Venuti, e in effetti così è stato, ma alla fine in tre anni il terzino ha messo insieme 76 presenze, di media poco più di 25 partite a stagione. Non male.
Come D'Ambrosio
Il maestro, in questo senso, è Danilo D'Ambrosio, highlander dell'Inter, "sopravvissuto" per così dire a otto anni di terzini dal divinoJonathan e Dodò (quell'altro, non quello che sta per fare le visite con la Fiorentina) ad Hakimi e Dumfries, senza mai una parola fuori posto e rispondendo sempre presente quando chiamato in causa. Anche da difensore centrale, e qui torna in mente l'abnegazione di Venuti nell'affiancare Igor contro il Milan di Ibrahimovic nello scorso novembre. "Morto un papa se ne fa un altro" diceva Lollo riferendosi all'addio a Torreira, e vale anche per l'inquilino della fascia destra, a breve appunto Dodò, che si ritroverà a convivere in corsia con un ragazzo che è davvero duro a mollare. E che, scegliendo le giuste parole, si dice stimolato dall'imminente concorrenza.
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