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NON CI ASPETTAVAMO NULLA, MA ERAVAMO GIA' DELUSI

Se (non) siamo (più) quarti c’è un motivo: Barone racconta il mercato di gennaio

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Tentativo di esegesi del calciomercato fantasma della Fiorentina, tra sogni e solide (o meglio, dure) realtà

Ci siamo arrivati, a venerdì 2 febbraio, giorno di Lecce-Fiorentina e primo dopo la chiusura della finestra di mercato invernale. Quattro giorni fa pubblicavamo questo pezzo che adesso vi riproponiamo con gli opportuni riferimenti temporali rivisti. Tre giorni, quelli trascorsi da allora, in cui la società era chiamata almeno dalle circostanze a far entrare un esterno d'attacco: Kouamé è ancora in Costa d'Avorio, da quasi eliminato a qualificato ai quarti di finale di Coppa d'Africa buttando fuori i campioni in carica del Senegal agli ottavi; Ikoné è squalificato e non ci sarà in Puglia, non che l'Ikoné degli ultimi tempi rappresenti chissà quale valore aggiunto alla formazione; Sottil non ce l'ha fatta a scendere in campo contro l'Inter e Nico Gonzalez non può essere al meglio; Brekalo se n'è tornato in Croazia. Insomma, "o arriva qualcuno, o Vincenzo Italiano deve giocare senza esterni al Via del Mare", si era detto. Secondo i quotidianiNico e Sottil ce la fanno, ma anche se così fosse, ci sarà da cambiare modulo in corso d'opera, perché non avranno mai 90' nelle gambe.

Eppure già dopo l'infortunio del numero 10 in Ungheria a metà dicembre, l'allenatore era stato abbastanza chiaro: "Se chiederò un rinforzo sugli esterni a gennaio? Ci sono un bel po' di partite da qui al mercato, valuteremo come ci arriveremo, come cresceremonell'incisività in zona gol. Sottil nell'ultimo periodo ha iniziato a essere più risolutivo, da qui a gennaio speriamo che gli altri inizino a aumentare la loro presenza in area. Nico è l'unico esterno che segna con costanza, è un dato di fatto, mi auguro che sia un segnale importante da parte di tutti. I ragazzi hanno nelle corde la possibilità di dare una mano in zona gol, vediamo come evolverà la situazione". Risposta data col senno di poi? Ben poco. E allora vediamo di provare a capire per quale motivo non è arrivato nessuno, facendoci aiutare proprio dalle dichiarazioni rilasciate via via da Joe Barone.


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Cronaca di uno stallo

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Sento parlare di mercato e nuovi acquisti, noi siamo contenti dei nostri giocatori e del nostro staff, poi se c'è da intervenire si può intervenire (29/12, dopo Fiorentina-Torino 1-0 e con una classifica incredibilmente positiva)

Primo segnale di come la corsa ai rinforzi sarebbe stata più una camminata panoramica, guardandosi intorno in cerca di occasioni simili a quella colta con Faraoni. Segnale moltiplicato in potenza e diffuso urbi et orbi il giorno dell'Epifania, prima di Fiorentina-Sassuolo:

Vediamo se nei prossimi giorni ci sarà qualche movimento. Abbiamo già il frigo abbastanza pieno (06/01)

Autogol pazzesco, dato che da quel momento la Fiorentina ha perso tre partite (Sassuolo, Napoli, Inter, tutte e tre sbagliando un calcio di rigore sull'1-0 per gli avversari), pareggiato con l'Udinese e pareggiato, ma vincendo ai rigori e passando alle semifinali di Coppa Italia, contro il Bologna. Se il frigo abbastanza pieno dà questi risultati, figurarsi quello vuoto. E giù meme su meme, con questa metafora rinfacciata ad ogni delusione sul campo. Tra l'altro, in quella intervista, Barone ha glissato su Ngonge, non negando l'interesse: "Oggi ha giocato bene col Verona". Salvo poi assicurare, una volta che il belga è andato al Napoli, che la Fiorentina su di lui non ci sia mai stata.

Ngonge? La Fiorentina non c'era. Bravo il Napoli, ma mai trattato. Il nostro ds sta lavorando. Siamo soddisfatti di Beltran e Nzola. Se siamo quarti c'è un motivo, quindi bisogna stimolare i ragazzi che già abbiamo. Non credo che arriverà una punta, ma vedremo (18/01, prima della semifinale di Supercoppa contro i campani)

Nello stesso intervento, Barone ha risposto all'opinionista Massimo Mauro che gli aveva chiesto delle sue esperienze, ammirando il fatto che "quando parla non sbaglia mai nulla". Sarà, ma anche "se siamo quarti c'è un motivo" è invecchiata malissimo.

Voglio chiudere un dettaglio per la società, per me, per la squadra, per il gruppo ma anche per il ragazzo: Jonathan Ikonè (che aveva sbagliato il rigore contro il Napoli e di cui si parlava nell'ottica di uno scambio con la Roma per Belotti, ndr) non è stato mai sul mercato, non è in vendita, non andrà alla Roma, ma rimane alla Fiorentina. Non dimentichiamo del ritorno dei tanti giocatori infortunati che si stanno allenando con la squadra, Sottil, Gonzalez, Dodo, Castrovilli, e poi abbiamo il ritorno di Kouame. Ci sarà nei prossimi giorni qualche nuova entrata. Ma non ci facciamo prendere per la giacca da nessuna squadra perché i prezzi chiesti tante volte non sono reali (24/01)

Tradotto: ormai la tempesta è passata, rimaniamo così. Accade però che Sottil non riesce a giocare, che Castrovilli non si sa se sarà inserito nelle liste di cui logicamente fino ad ora non faceva parte, che il Marocco elimina lo Zambia e regala alla Costa d'Avorio di Kouamé una storia da raccontare. Non ci sono i giocatori, non ci sono i presupposti perché la Fiorentina si esprima come Italiano vorrebbe, non con due esterni in campo, specie se sono i due che godono di meno fiducia (di piazza e tecnico), Ikoné e Brekalo. E così l'Atalanta ha operato il sorpasso nello scorso weekend, imitata dalla Roma in serata. Quindi la chiave di tutto: "I prezzi non sono reali".

Il grande ostacolo

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E' vero, se tutti sanno che serve un esterno allora i prezzi si alzano. Con Laurienté del Sassuolo è andata così: "Sassuolo, salve, vorremmo Laurienté", "25 milioni non trattabili", "Grazie, arrivederci". E menomale, vista la stagione disastrosa fin qui del francese. Più o meno lo stesso anche con Zaccagni e, avevamo immaginato bene, pure con Gudmundsson ("Commisso ha detto basta"), che ha offerte per giugno da Premier e Juventus per l'estate. E Ngonge? A noi risulta che la Fiorentina ci fosse eccome, ma serviva superare i 18 milioni +2 di bonus sborsati dal Napoli. Evidentemente i dirigenti non se la sono sentita di investire i soldi che c'erano (altrimenti come si spiega l'offerta per l'islandese?). Orsolini? L'ha detto lui stesso, non considera la Fiorentina un passo avanti rispetto al Bologna. Karlsson? Possibile solo in prestito, incognita per via di infortunio e adattamento. E Strefezza? Va al Como per 5 milioni, ne deduciamo che Italiano l'abbia bocciato per ragioni tecniche perché almeno lui conosceva il campionato e costava molto poco. C'era chi, in maniera legittima, commentava "aspettiamo la fine del mercato". Dopo tre giorni in cui non è successo nulla, se non le partenze di Mina e Amatucci, siamo paradossalmente sollevati: ora si racconta solo quel che avviene in campo, magari qualche soddisfazione inaspettata arriva comunque.

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