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Mettiamoci un… Pietro sopra

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E' vero, Terracciano sta dimostrando di non essere il portiere giusto per un futuro ad altissimi livelli. Ma non ha mai chiesto di esserlo, e per quel che ci riguarda va solo ringraziato

Difficile essere Pietro Terracciano in questo momento. Nelle ultime uscite (termine scelto non a caso), il numero 1 viola ha commesso errori non trascurabili, sia di coordinazione col proprio reparto, sia di scelta dell'intervento. L'ultima istantanea, il rigore segnato da Dia per la tripletta personale, lo ha visto andare giù un filo in ritardo su una conclusione non irresistibile. Tra Spezia e Monza due reti incassate in fotocopia, con uscite da rivedere e l'attaccante che arriva prima di tutti e mette dentro. Un'opinione comune: "Il primo acquisto da fare in estate è in porta". Vero, siamo d'accordo anche noi. Ma occhio a non confondere la constatazione con la critica.

Presente

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All'appello, infatti, ha risposto presente solo lui. Una volta appurato che Bart Dragowski non si sposava bene con le idee di calcio e di porta di Italiano, una volta salutato con un bel "vaffa" il non professionale (sic) Gollini, una volta che la società ha deciso per motivi sicuramente convincenti di non puntare sul fenomenale Vicario e di non gareggiare con la Lazio per l'acquisto di Provedel, che il tecnico viola ha lanciato allo Spezia, c'erano forse alternative al buon vecchio Pietrone? Tanto più che si è infortunato pure Sirigu, arrivato a gennaio. Terracciano non ha fatto altro che rispondere presente, dopo una vita da secondo portiere che doveva proseguire anche in viola, ed è stato apprezzato prima dal suo allenatore, poi da tutto il pubblico, infine dalla società che gli ha rinnovato il contratto con riconoscimento anche economico. Il problema nasce quando ci si rende conto che se Terracciano ha fatto il secondo portiere per tre quarti di carriera, un motivo ci dovrà pur essere. E quel motivo sembra stia venendo fuori (stavolta il riferimento alle uscite non è voluto), rischiando anche di intaccare la sua sicurezza in se stesso nel momento clou della stagione.

Passato e futuro

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E dire che questo momento clou poteva essere molto meno clou se a fine agosto, in quel di Enschede, Terracciano non avesse fatto quella paratona all'ultimo minuto, negando al Twente il gol che avrebbe significato supplementari e inerzia della partita totalmente contraria alla Fiorentina. Questo non ce lo dobbiamo dimenticare. Né ci dobbiamo dimenticare che la società viola ha ben presente dove andare ad agire sul mercato. Quindi mettiamoci una pietra, anzi un Pietro, sopra, stendiamo un velo... Pietroso sulle ultime scivolate e continuiamo a sostenere il numero 1. Non sarà il numero 1 per antonomasia, ma lo è almeno fino alla fine della stagione. Per questo la constatazione che alla Fiorentina in futuro servirà di meglio non deve mai sfociare nella critica gratuita. Davvero, non ci sono alternative.

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