Le parole di Joe Barone “un altro centroavanti non arriverà”, con successiva totale manifestazione di fiducia nei due attualmente in rosa (Cabral e Jovic) hanno suscitato non poche, immediate reazioni negative da parte dei tifosi che quel centroavanti lo stanno invece aspettando come il pane, per usare una terminologia nazional popolare. Ma che succede davvero? Cerchiamo di capirlo.
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Mercato chiuso? No, centravanti d’occasione. Viola Park e Primavera: strada tracciata
Fiorentina vigile sul mercato
—Credo che certe parole vadano decriptate da un contesto e dal momento. Le successive dichiarazioni del direttore generale della Fiorentina nella stessa intervista concessa a Sportitalia, “Ma sul mercato non si sa mai” e ancora “Se si creerà qualche occasione…”, diano già meglio il senso di quello che sono e saranno in realtà gli ultimi sei giorni di mercato. In questo momento è logico che Barone abbia detto pubblicamente no a un altro centroavanti e probabilmente oggi non sa davvero neppure lui se una nuova punta arriverà davvero o no. La Fiorentina la sta cercando, ci sta lavorando da giorni, ma riuscire a centrare l’obiettivo non è facile e non è assolutamente certo che alla fine i dirigenti viola ci riescano. Sarebbe un peccato e un vulnus tecnico, lo so, resterebbe deluso anche Italiano, ma oggi non prendere nessuno è una possibilità da tenere in considerazione perché quando diciamo che il mercato invernale è complesso non è né una banalità né una frase fatta, ma la realtà. A maggior ragione se si cerca una soluzione-ponte, come ho sempre detto. O, se volete, un giocatore soltanto per tamponare qualche mese.
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La situazione è chiara. La Fiorentina sta cercando un centroavanti, uno che possa incidere di più in zona gol, che veda la porta, che abbia scritto nel curriculum proprio questo. Ma non lo vuole comprare, non vuole spendere tanti soldi con il rischio di portare a casa un altro Cabral o un altro Jovic, cerca piuttosto un’occasione fra chi gioca poco, chi ha voglia di rilanciarsi, ma soprattutto possa arrivare con un prestito, magari un obbligo di riscatto a cifre abbordabili o a certe condizioni. Ecco perché ci sono tante difficoltà.
Operazione last minute?
—Facciamo degli esempi. La Roma cede Belotti? Anche sì, ma chiede dieci milioni e per un giocatore di trent’anni fra pochi mesi e da tempo in fase calante non li spenderei neppure io. Passiamo a Petagna. Il Monza lo dovrà riscattare a dodici milioni se si salverà. Il Napoli è praticamente sicuro di incassarli, i brianzoli si salveranno, che interesse hanno ora i partenopei di prestarlo alla Fiorentina? E sinceramente una cifra del genere per un giocatore di 28 anni è tanta roba. Anche per Shomurodov la Roma vuole monetizzare sopra i dieci milioni. E pure Bonazzoli per la Salernitana vale molto (sei milioni) e obbligo di riscatto a giugno. Su altri nomi ci sono perplessità (Joao Pedro è reduce da un infortunio), Mayoral segna poco (quattro gol in Liga). In effetti non serve prendere un giocatore tanto per prenderlo e se non ci sono le condizioni giuste è anche assurdo buttare soldi per poi ritrovarsi in estate con tre centroavanti da vendere e non più due. Forse dovevano muoversi prima.
Addio centroavanti, dunque? Non è detto. Gli intermediari sono al lavoro, si cercano altre soluzioni, un’idea, si valutano altri profili, si spera che certe risposte arrivate fino a ieri possano cambiare da qui a martedì prossimo. Se arriverà un giocatore a questo punto immagino un’operazione last minute quando cose a volte inattuabili oggi lo diventano a pochi minuti dalla chiusura delle contrattazioni. Il mercato è questo. Barone ieri ha fatto bene a ribadire la fiducia nei due centravanti in rosa, confermare che se ne sta cercando un altro avrebbe voluto dire scaricarli e forse demotivarli. E’ vero infatti che Rocco spera ancora che prima o poi Cabral e Jovic si sblocchino, anche se le speranze sono poche. La consapevolezza che il primo problema da risolvere sia questo però c’è ormai da giorni e credo che fino alla fine si cercherà una soluzione. E mi sento di dire che se per il centroavanti non ci dovesse essere una strada, si proverà comunque per qualche esterno (i nomi non mancano) o trequartista per dare a Italiano comunque una soluzione in più in attacco viste anche le incertezze sui tempi di recupero di Sottil e Castrovilli che va aspettato con pazienza e senza forzare. Sei giorni a disposizione, sei giorni per capire. Intanto Barone ha ribadito quello scritto più volte, l’offerta per Nico non è stata mai presa in considerazione, ma anche la vicenda Milenkovic, dico io, è chiarissima. A gennaio non parte nessuno, caso mai l’Inter si potrà ripresentare a giugno per discutere e valutare.
Dico la verità: sarebbe un peccato se non arrivasse nessuno. Se in campionato le difficoltà sono evidenti, rientrare al settimo posto forse un’impresa irraggiungibile anche se manca un intero girone di ritorno, questa squadra è ancora in ballo per Conference e coppa Italia e bisogna provare tutte, apettando magari anche che si ritrovi il gioco e alcuni giocatori deludenti fino a ora si riscattino. Non c’è la certezza matematica che un nuovo attaccante risolva i problemi attuali, ma non provarci, arrendersi, per me non è la strategia giusta. Provateci invece. L’ultima parola spetta a Rocco, ovvio. Nel frattempo è andato in porto l’arrivo di Sirigu, sei mesi più opzione per l’anno prossimo. Un secondo portiere finalmente affidabile, ma non solo. Gollini via Atalanta è andato in prestito al Napoli. Quasi sicuramente vincerà lo scudetto, per lui non mi sembra poco. Non so se giocherà, ma questo è un altro discorso. Con questo addio e dopo Maleh, Zurkowski e Benassi dovrebbero essere finite anche le uscite, lasciando in sospeso Ranieri se dovesse arrivare in prestito il giovane Cittadini, 21 anni, difensore dell’Atalanta.
Torniamo sul campo
—Intanto domenica c’è la Lazio al top della condizione atletica e mentale e questi giorni già difficili impongono un netto cambio di rotta, quasi un’impresa per portare via punti da Roma. Se la Lazio ha un difetto è la continuità e spesso la Fiorentina da il meglio in queste sfide, lo speriamo. Italiano sta cercando una strada per ridare energia e carica a una squadra spenta. Non so ancora se cambierà qualcosa, sta lavorando. Il ritorno al 4-3-3 potrebbe essere un’ipotesi per riprendere meccanismi che l’anno scorso funzionavano bene. Per la formazione siamo ancora lontani, ma Terracciano in porta è una certezza. In difesa torna Dodò a destra. Con la Lazio senza Immobile e con il falso nueve servirebbe la velocità di Quarta, ma l’argentino non è ancora completamente a posto. A sinistra l’energia di Terzic è un valore, ma in una gara del genere fatico a non vedere Biraghi. In mezzo al campo Bonaventura e Amrabat sono punti fermi. E se Italiano opponesse a Sarri anche la qualità di Barak o la geometria di Bianco? Allora in attacco Kouamè-Nico-Saponara. Proprio Nico potrebbe essere la soluzione dall’inizio per non dare riferimenti a Sarri, ormai una settantina di minuti li può garantire. Vedremo se invece ci sarà il rilancio di Jovic, purtroppo ancora non al meglio. Cabral si allena, probabilmente non sarà rischiato in vista della coppa Italia di mercoledì prossimo con il Torino. Ma da qui a domenica sera, quattro giorni, potrebbero nascere nuove idee.
Gioia Primavera
—La notizia più bella del giorno è però la vittoria della Primavera in Supercoppa contro l’Inter. Grande soddisfazione e complimenti, ovvio. Ho sempre detto e scritto che in Primavera non conta vincere, ma il buon lavoro di un settore giovanile dipende da quelli che arrivano in prima squadra. E’ così, però qualche coppa aiuta a rendere visibile la bontà del progetto e contribuisce a dare forza ai vari gruppi, ai ragazzi, a chi lavora a un’idea che spero decolli presto. Ho scritto l’altro giorno che oltre a Bianco avevo visto nelle amichevoli di dicembre ragazzi molto interessanti come Amatucci (ieri ha segnato), ma anche Distefano e Kayodè suggerendo il loro impiego anche da parte di Italiano il prima possibile. Per non tornare su Martinelli o Favasuli squalificato. Nell’immediato il loro utilizzo ragionato potrebbe essere una scossa ed energia anche per i “vecchi”, per il futuro comunque è questa la strada. Non lo dico per giustificare Rocco o applaudire l’eventuale braccino sul mercato, non mi importano queste considerazioni.
Parlando invece di calcio in senso stretto, con la meraviglia del Viola Park sarà obbligatorio puntare sempre di più a far crescere i talenti in casa. Quella è la strada nel calcio italiano povero di oggi e con i fatturati bassi della Fiorentina. I giovani e uno scouting internazionale per scoprire i talenti, si dovrà ripartire da qui. Ovvio che poi servano anche giocatori fatti, di categoria superiore, ma prendere di tacco o ironizzare su questa idea dei giovani vuol dire non aver capito cosa è oggi il calcio. Ripeto, non lo scrivo per giustificare Rocco o mancati acquisti, lo direi anche se Commisso domani vendesse. Il Viola Park è nato anche per questo, una straordinaria casa dove far crescere i talenti. Ma per far questo Rocco si deve mettere in casa anche i migliori operatori nei vari settori, dagli allenatori a chi i giocatori li scopre, li segue, li fa crescere. Servirà una grande organizzazione per essere al pari di una grande struttura e farla rendere al massimo.
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