Nelle prime due partite di campionato, se contiamo anche i recuperi, la Fiorentina ha giocato 84 minuti con un uomo in più (espulsi il cremonese Escalante al 44' del primo tempo e l’empolese Luperto al 21' del secondo tempo) e 12 minuti (infortunio di Cambiaghi quando l’Empoli era già in 10) con due uomini in più. Dal conteggio dei minuti abbiamo già sottratto, perché il gioco è rimasto effettivamente fermo, i 7 minuti dell’infortunio dell’arbitro Marchetti sostituito dal quarto uomo Sacchi. In quegli 84 minuti (più 12), la Fiorentina è riuscita a segnare solo un gol con un
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Il doppio centravanti, un’idea con un uomo in più
cross di Mandragora.
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Contro la Cremonese, il debuttante Jovic è rimasto in campo fino alla fine, Italiano ha sostituito i due esterni Kouamé con Saponara e Sottil con Gonzalez. Contro l’Empoli, è entrato Cabral al 42' del secondo tempo (mancavano 15' alla fine, recupero compreso) al posto di Jovic. In tutt’e due le gare, il gioco aveva preso la stessa identica direzione: assedio della Fiorentina all’area avversaria, dove non passava nemmeno uno spillo. Difesa a oltranza per la Cremonese e ancor di più per l’Empoli. Non era possibile arrivare in porta con una triangolazione, non c’era spazio manco per respirare.
La Fiorentina finora ha meravigliato col suo 4-3-3, pieno di gioco, di idee, scintillante, armonioso, così ha fatto i 22 punti in più nella scorsa stagione rispetto a quella precedente e così è tornata a giocare un play-off di Coppa. Però ci sono certi momenti, anzi, certe situazioni, in cui si può fare una deroga anche a un modulo vincente. Perché, in quei casi, non provare col doppio centravanti? Jovic ha segnato con la Cremonese, Cabral lo ha imitato col Twente, qualcosa hanno già fatto vedere, si può provare. Certo, l’area è intasata, ma anche con un solo centravanti lo sarebbe. Spiovevano palloni dagli esterni, spesso i terzini e i difensori centrali (che stazionavano a ridosso dell’area avversaria) li rovesciavano in area anche dalla trequarti. Può succedere di aver bisogno di un centravanti in più, uno che in area è più svelto e più lucido di un centrocampista. Esempio: a Lecce, per arrivare al gol, con l’Inter tutta davanti all’area pugliese, per prendere i 3 punti Inzaghi ha schierato nel finale tutti i suoi quattro attaccanti, Correa, Dzeko, Lukaku e Lautaro Martinez. È vero, l’ha vinta con il gol di un esterno, Dumfries, però in area leccese c’era l’inferno. Ovviamente, il livello è diverso, come le caratteristiche sono diverse. Ma in certi casi può valere la pena provarci.
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