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Il Collettivo, i fratelli scozzesi e un coro per Nzola

Il Collettivo, i fratelli scozzesi e un coro per Nzola - immagine 1
Pensieri in libertà di Leonardo Vonci dopo la grande vittoria in Conference league con un ricordo particolare per i tifosi della curva Fiesole
Leonardo Vonci

Il Collettivo

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Il Collettivo, nato nel 1978, ricordo i fondatori, Maurizio Celata, Tiziano Cammilli, Massimino l'Egiziano, lo Squalo e tanti altri ragazzi che piano piano si misero dietro lo striscione per formare questo grande club. In quegli anni il centro della Curva era in mano agli Ultras 1973, gli altri club si attenevano alle loro decisioni, Stefano Biagini era leader indiscusso della Fiesole che si avvaleva sempre di un dialogo propositivo con Valter Tanturli, c'erano grande stima e sintonia tra gli Ultras e il Vieusseux. Il Collettivo cresceva ogni anno di più con quello splendido Indiano come simbolo, si sono susseguiti diversi presidenti fino alla carica presa da Stefano Sartoni, ottimo ragazzo, grande tifoso viola, sempre lucido, mai fumato neanche una Marlboro.

Nel 1983 gli Ultras dovettero chiudere il club per gli scontri avvenuti con i romanisti , era 1l 18 dicembre, dopo questa triste decisione ci furono degli anni di transizione, fino a che il Collettivo prese il centro della Curva. Grande bacino di giovani tifosi arrivò dal quartiere dell'Isolotto, tant'è  vero che la sede più epica è stata in via Torcicoda, il club ebbe una grande mano dagli Alcool Campi, nacque un binomio esplosivo, tifosi storici, che hanno fatto la storia del tifo Ultras in Italia, divenne una curva temutissima, tant'è vero che fu l'unica tifoseria che accettò l'invito della curva bresciana, in una fredda mattina, quando partì quel pullman si spacciarono per fungaioli, per depistare occhi indiscreti.


Nel 1991, era il 6 aprile, un giovane Dimitri Rocchi, con l'aiuto di tutti, organizzò la coreografia piu' suggestiva di sempre per un fiorentino, quella dei monumenti della culla dell'arte. Era il primo anno che veniva da avversario Roberto Baggio, che i poteri forti ci portaron via, dopo le battaglie di piazza Savonarola non ci fu nulla da fare, Roberto era stato costretto a firmare per loro. Baggio e il Collettivo sono cresciuti insieme, si sono plasmati, si sono amati, tant'è  vero che ancora con qualcuno si sentono telefonicamente, cito l'amico Massimo Fiorelli come grande amico del Nostro Fuoriclasse.

Intanto in Fiesole la balaustra centrale era presa dal club dell'Indiano  balaustra centrale superiore (centro curva) gli Alccol Campi e accanto gli Stoned Again, questi ultimi erano stati fondati da qualche vecchio Ultras 1973, insieme ai ragazzi di piazza delle Cure. Il tifo era splendido, erano gli anni delle compagnie, del grande senso di aggragazione, la squadra viola aveva giocato quella sporca finale di coppa Uefa contro i gobbi, penso che sia a Torino che ad Avellino abbiamo dominato in lungo e largo a livello di tifoseria, la meritavamo noi. Una citazione particolare e affettuosa, la merita il Grande Tucano, ragazzo splendido, tifoso viscerale, fiorentino vero, che venne a mancare in un terribile incidente all'Osmannoro, Daniele è stato l'unico tifoso ad avere l'ultimo saluto dentro la sua curva Fiesole, è stato il momento più toccante che abbiamo trascorso su quei gradoni, Stefano Sartoni e tutti gli amici fecero l'impossibile per donare a Daniele quel momento. Eravamo tanti, abbracciamo babbo Barbaccia, mamma Gioietta e la sorella con tutto l'affetto possibile e inimmaginabile, a fine funzione dai microfoni dello stadio parti' la canzone di Renato Zero "Amico", ancora ho tutto custodito nel mio cuore.

Per raccontare oltre 30 anni di storia ci vorrebbero delle ore, volevo ringraziare i ragazzi dell'Unonoveduesei, per queste due serate dedicate agli Ultras 1973 e al Collettivo, è stato un gesto per festeggiare i 50 anni del tifo organizzato in Fiesole, un gesto nobile per onorare tutti i ragazzi che hanno fatto grande la Curva, soprattutto tutte le anime che ci guardano da lassù, non c'è futuro senza passato. AVANTI GRANDE CURVA FIESOLE!!!

Fratelli scozzesi

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Grandi protagonisti della serata di Conference sono stati Lucas Beltran e Pietro Comuzzo, per me si assomigliano molto e se giocassero nel Celtic li prenderesti come due scozzesi doc, con quel capello biondo, tendente al rosso, pelle chiarissima. L'argentino finalmente si è sbloccato, ha giocato da prima punta, ha fatto due bei gol, ha lavorato per la squadra. Questa performance ci fa ben sperare per i prossimi due difficilissimi incontri, Lazio e Juve, ci fa felici perché abbiamo bisogno del gioco svolto dal centravanti, perché amiamo l'Argentina e quando il bomber viola urla Vamos, i brividi si manifestano sulla nostra pelle.

Mentre il giovane difensore, diciottenne, ha giocato con una sicurezza invidiabile, non ha sbagliato un pallone, ha fatto il terzino e il centrale con grande applicazione, la sua fortuna è stata l'entrare a freddo per sostituire Kayode, non ha avuto il tempo per pensare ed emozionarsi, Italiano aveva bisogno di lui ed ha risposto presente. Contro il Newcastle, a luglio, mi era piaciuto tantissimo, speravo che presto avrebbe avuto una chance, se l'è giocata benissimo, è un patrimonio cresciuto in casa, una soddisfazione doppia. Adesso si rimetterà a sedere in panchina, per Italiano è stato una manna averlo testato, ha potuto capire cosa può ottenere da questo ragazzo. La fisicità è prestante, i piedi sono buoni, adesso ci saranno occasioni per metterlo a confronto contro gli attaccanti della Serie A, che non sono pari a quelli serbi in Conference.

Una citazione la voglio fare per quel ragazzo del 2007 del Cukaricki, Cvetkovic, entrato nel secondo tempo, 16 anni, baricentro basso, forza fisica notevole, ha lottato come un leone, mi ha ricordato un giovanissimo Francesco Totti, sempre a 16 anni lo vidi in un torneo di Viareggio in Fiorentina-Roma, giocata al Bozzi, picchiò come un fabbro. Nel calcio come nella vita, la prima dote deve essere il carattere e la determinazione. W i giovani, il futuro è vostro.

Un coro per Nzola

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Penso che questo ragazzo stia soffrendo come una bestia, il problema è molto più psicologico che tecnico/fisico, solo un coro fatto dalla Fiesole lo potrebbe sciogliere come un ghiacciolo, ad agosto, sulla spiaggia di Baratti. Ricordo che lo voleva prendere Corvino, quando giocava nel Lumezzane, ci furono delle voci, adesso ha 27 anni, nello Spezia giocava molto di contropiede, qui deve giocare in spazi ridotti con la pressione di un pubblico completamente diverso. Se lo guardate quando gioca, è come se si volesse scusare ogni volta che sbaglia, come fosse un ospite e non uno di casa. Aiutiamolo, ci mette tanto impegno, non è Jovic che indispettiva, inventiamo un corettino simpatico che gli consenta di togliersi i mocassini e mettersi le ciabatte, gesto che ci fa apprezzare l'arrivo a casa. Forza Nzola, non mollare, continua a lottare, il sole è dietro l'angolo.....

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