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L'imbucata

Fiorentina, non fidarti di un “Diavolo” in crisi

Magrini
I temi tattici e non di una partita data per "abbastanza semplice" per via del momento non felice del Diavolo. Ma attenzione a non scivolare sull'erba di San Siro.
Matteo Magrini

C'è un'aria strana (e pericolosa) attorno a questa partita. Come se, visto che il Milan dovrà fare a meno di Leao e Giroud, la Fiorentina avesse quasi l'obbligo di vincere. Per carità. Stiamo parlando di due assenze pesanti. Anzi. Pesantissime. Anche perché Pioli all'ultimo ha dovuto rinunciare anche a Okafor. Giocherà Jovic, quindi, e non è che questa sia per forza una buona notizia. Certo, il serbo sembra il fratello ancora più svogliato di quello, già decisamente irritante, visto tante volte a Firenze. Eppure, si sa, la storia dei viola è piena di storie del genere. Gente che rinasce all'improvviso o ex che, puntualmente, presentano il conto.

Vietato fidarsi del Diavolo

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Detto questo, e tanto per tornare al punto di partenza, la Fiorentina farà bene a non fidarsi di questo Diavolo apparentemente in crisi. Prima di tutto perché ci saranno comunque giocatori come Maignan ed Hernandez, Reijnders e Loftus Cheek, Pulisic e Chukwueze. Tutta gente che, in viola, sarebbe titolare senza se e senza ma. E poi perché quando si sale a San Siro non si può mai, ma proprio mai, stare tranquilli. Certo, ciò non significa che Nico e soci non possano pensare di andar lì a far male. Al contrario. Questa squadra ha il coraggio, la sfrontatezza, l'organizzazione e le soluzioni per mettere in difficoltà qualsiasi avversario.


La partita di Pioli

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La domanda è: come se la giocherà Pioli? Si presenterà col solito atteggiamento aggressivo e propositivo o cambierà strategia? Il dubbio è lecito, perché l'amico Stefano è una vecchia volpe e sa benissimo che la Fiorentina soffre soprattutto quando trova avversari che si abbassano, per poi colpirla in contropiede. Non ci stupiremmo insomma, se il Milan scegliesse questa via. Meno bella, magari, sicuramente non graditissima al pubblico dal palato fine di San Siro, ma spesso efficace (Allegri insegna) contro i viola.

E quella di Italiano

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Quello su cui non abbiamo dubbi è su come affronterà la partita Italiano. Ha una sua idea di calcio, non l'ha mai abbandonata (nemmeno nei momenti di più grande difficoltà) ed è grazie a quella se si presenta a questo (delicatissimo) appuntamento con la possibilità di agganciare i diavoli e di sfondare il portone della zona Champions. Per questo insomma, e perché è questa la strada da seguire per continuare a crescere, presenterà la sua solita Fiorentina. Sperando, magari, che tutti tengano la spina attaccata per 90', che non si facciano i soliti regali in difesa e che, là davanti, si ricordino che, per vincere, servono fame, cattiveria e concretezza.

A proposito. I dubbi, stanno tutti là: Beltran sta bene, ma non benissimo, mentre Nzola è sprofondato in un pozzo dal quale non sembra riuscire a risalire. Scegliere insomma non è semplice, e Italiano deciderà soltanto domattina. Stesso discorso per chi si piazzerà a sinistra, mentre nonostante gli impegni con l'Argentina ed il viaggio (faticosissimo) Nico Gonzalez ci sarà. E' lui il faro della Fiorentina. Il giocatore che in serate come queste, su palcoscenici del genere, può e deve caricarsi i compagni sulle spalle. Per provare a vincere e allora si, ricominciare a sognare.

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