Sia chiaro. Ciò non significa che non si potesse comunque far qualcosa in più. Partite come quelle con Sassuolo, Udinese e Lecce si potevano vincere comunque ma quando si analizza un percorso bisogna farlo tenendo conto di tutto, ma proprio tutto il contesto. Tre giorni dopo la sfida di Reggio Emilia, per esempio, i viola hanno affrontato (ed eliminato) il Bologna in Coppa Italia, in una partita che costrinse Italiano addirittura a giocare con la difesa a tre vista la penuria di esterni. Quattro giorni dopo il 2-2 con l'Udinese invece, la Fiorentina si doveva giocare la final four di Supercoppa mentre poche ore prima della trasferta in Salento i viola ospitarono l'Inter, perdendo soltanto a causa del rigore sbagliato da Nico. Un match dopo l'altro, senza respiro, e con le rotazioni ridotte al minimo a causa del (non) mercato.
E così oggi quella scelta ha inevitabilmente presentato il conto anche a chi, all'interno della stessa società, pensava che il quarto posto ottenuto nel girone d'andata fosse né più né meno che la giusta rappresentazione dei valori in campo. Una convinzione contro la quale Italiano si è battuto con tutto se stesso. Consapevole, ma del resto bastava aver visto due o tre partite di pallone per capirlo, che il ritorno sarebbe stato molto, ma molto più complicato. La storia gli ha dato ragione e anzi, ha dell'incredibile pensare che vincendo a Bergamo il recupero la Fiorentina chiuderebbe il girone di ritorno con appena 6 punti in meno (27) rispetto ai 33 delle prime 19 giornate. Già, perché nel mezzo i viola ci hanno messo le due sfide con l'Atalanta in Coppa Italia e il percorso in Conference che si concluderà mercoledì ad Atene. Era impossibile insomma, per chiunque sappia di cosa si sta parlando, pensare che senza rinforzi i risultati non avrebbero risentito.
E così oggi guardi la classifica, e non puoi che dispiacerti per quello che poteva essere e che invece non è stato. Se poi alla proprietà va bene così, per carità. Certo, sarebbe bello che “far meglio rispetto alla passata stagione” non significasse soltanto fare uno o due punti in più in classifica. La crescita infatti, andrebbe misurata mettendola in relazione con la concorrenza. Altrimenti sembra di sentire i tecnici della Ferrari. “Siamo tre decimi più veloci dell'anno scorso”. Già, peccato che nel frattempo gli altri abbiano limati mezzo secondo, se non di più. Risultato? Loro vincono, o conquistano la Champions. Da queste parti invece, sperando che da Atene arrivi quello che tutti sognano, ci si limita a godere per un altro ottavo posto.
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