Ci sono partite diverse e più importanti delle altre, anche se non dovrebbe essere così.
Con il Genoa il solito ritmo lento e la poca aggressività hanno condizionato soprattutto il primo tempo, la squadra viola s’è mossa a folate, non ha trovato continuità. Quando s’è messa in moto ha fatto soffrire la squadra di Gilardino, ma certe partite si vincono soltanto con aggressività continua, giro palla più veloce e qualche idea in più. Tutte cose che oggi mancano. Poi non è mancato neppure il classico errore di Martinez Quarta a regalare il gol su rigore ai rossoblù e soltanto per recuperare il risultato si sono visti momenti da vera Fiorentina. Sprazzi. I cambi e la maggiore qualità in campo, con il calo del Genoa, nel finale hanno lasciato anche la sensazione di poterla vincere questa partita, ma in attacco mancano sempre la concretezza e la cattiveria.
Così è stato un pareggio che fotografa la gara, ma lascia anche un po’ di amaro: il Genoa si poteva battere.
E un po’ di insoddisfazione c’è anche per il Var Mazzoleni che ha fatto cose inguardabili. La Fiorentina ci ha guadagnato sul rigore annullato al Genoa: a termini di regolamento il Var non avrebbe dovuto intervenire. Ma ci ha rimesso quando Mazzoleni non ha visto e non ha segnalato all’arbitro un netto fallo di mano in area del Genoa. Poggio e buca… non bene.
Comunque ora torniamo alla positività, all’energia, alla spinta, all’entusiasmo che devono accompagnare questa squadra nelle partite che restano e che contano di più. A cominciare da giovedì.
La Fiesole, come al solito, ha capito bene. Lo striscione “Giovedì tutti allo stadio”, dovrebbe essere una parola d’ordine per spingere una Fiorentina in debito di ossigeno, a fare alla grande l’ultimo chilometro che la separa dalla semifinale. Un pezzo alla volta, ora c’è questo da fare. I mugugni, i contestatori di tutto e tutti, i Soliti Noti sarebbe bene si mettessero da parte, come ho già scritto tante volte, almeno fino a quando ci sarà qualcosa in ballo. Ora la scena lasciamola al Popolo Viola e quell’idea del trofeo dovrebbe essere condivisa, una grande spinta collettiva per provare ad andare oltre. A sognare. Poi il resto lo discuteremo e lo capiremo dopo.
Intanto Rocco ha nominato Alessandro Ferrari nuovo direttore generale. Una scelta nel segno della continuità del lavoro fatto negli ultimi cinque anni, dello spirito di gruppo e di appartenenza che la proprietà americana ha sempre messo davanti a tutto. E’ un manager che ha condiviso ogni cosa con Joe Barone, che è sempre stato nella stanza dei bottoni viola, conosce le strategie e gli obiettivi: in società non cambierà niente. La strada è tracciata e Rocco lo ha ribadito, crescita equilibrata con rispetto delle regole economiche, grande attenzione alle infrastrutture per far crescere il settore giovanile. La scelta dell’allenatore sarà il prossimo snodo, ma come vi ho sempre scritto, quello che mi disse Joe Barone non credo cambierà: arriverà un allenatore che abbia grande attenzione ai giovani, li sappia valorizzare, proseguendo il lavoro di Italiano. Aquiliani è stato mandato a Pisa per farsi le ossa con i grandi, ma dai dirigenti viola è sempre stato considerato un predestinato. Faccio fatica a muovermi da questo nome anche se allenatori come Palladino o lo stesso Gilardino sono giovani di prospettiva.
Chiudo con il solito giochino della formazione. Chi giocherà giovedì? Ci provo: Terracciano, Dodò, Milenkovic, Quarta, Biraghi; Bonaventura e Mandragora; Nico, Beltran, Kouamè; Belotti.
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