Kean, infatti, arriva a Parigi in prestito secco dall'Everton che lo acquistò per circa 30 milioni e, dopo solo una stagione in Inghilterra, il PSG decide di puntare su di lui. La sua parentesi inglese è stata più che sfortunata: approda in un club dove le gerarchie erano insuperabili. A lui resta, invece, un semplice ruolo da tappa-buchi. L'apice è stato raggiunto quando, durante un Manchester United-Everton (15 dicembre 2019), Kean, entrato al 70', viene sostituito al 89', scatenando l'ira del giocatore.
A Parigi, invece, segna in ogni modo: in anticipo sul primo palo, di testa da corner, in girata volante col mancino, fino al classico tiro a incrociare col destro. Sempre al posto giusto, nel momento giusto.
La consacrazione della sua avventura sotto la Tour Eiffel avviene a Barcellona. Ottavi di finale di Champions League. Risultato? 1-4 per i parigini con tripletta di Mbappé e gol di Kean, che mette in mostra una prestazione da quasi 9 in pagella. Jordi Alba non lo tiene: lo strapotere fisico dell'italiano, in combinazione con la velocità di Mbappé nel lungo, creano dei contro-piedi inarrestabili per Ter Stegen e compagni. Stagione chiusa con la conquista di: campionato, Coppa di Francia e Supercoppa di Francia.
Dopo la stagione 20/21, si crea di nuovo grande clamore attorno al nome di Moise Kean. Lo cercano in tanti, ma, alla fine, fa ritorno alla Juventus, che, in verità, mai veramente ha creduto in lui. A Torino, sia da giovane che da 'giocatore esperto' è sempre stato il 'vice di'. Alla fine, il gioco di Allegri, non ha mai valorizzato granché i suoi numeri 9.
E' poi, anche da sottolineare come Kean, da ala d'attacco, dopo Parigi non ci abbia più giocato.
Dunque diventa lecito chiedersi, quale sarebbe stata la carriera di Moise Kean in ambienti simili a quelli di Parigi? Quanto Everton e Juventus ne hanno bloccato la crescita? Oggi, Firenze e la Fiorentina sono la sua occasione per tornare a brillare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA