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Li avreste spesi 20 milioni per Ngonge? Un esterno serve. Stadio, ecco cosa mi aspetto

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La Fiorentina per la terza volta in pochi mesi riprova a portarsi a casa un trofeo. Il Napoli in campionato è in difficoltà, ma delle squadre in crisi è sempre bene non fidarsi
Enzo Bucchioni Editorialista 

Continuo a non capire i dubbi, le perplessità, ma anche le negatività attorno a questa Fiorentina. Forse è un problema mio. Però anche l’altro giorno nel seguitissimo Pentasport di Radio Bruno, sono arrivate diverse domande ipercritiche alle quali, pur rispettando tutte le opinioni dei tifosi, sinceramente fatico a rispondere o a trovare un senso. Stasera, tanto per ribadire, la Fiorentina gioca la Final Four della Supercoppa Italiana, è tra le quattro squadre che l’anno scorso hanno fatto meglio in Italia e in Europa, non vi viene da pensare che sia stato fatto un gran lavoro da parte di Italiano e di questi giocatori? Così, tanto per dire. Con, ovviamente, la società alle spalle, perché come sappiamo niente succede per caso. Non è un motivo di orgoglio avere una squadra al centro dell’attenzione calcistica mondiale? Dovrebbe. Mi sembra perfino banale dirlo. Fra l’altro, come ha sottolineato ieri l’amministratore delegato della Lega calcio De Siervo, “giocando un gran calcio”.

Eccola, dunque, la Fiorentina che per la terza volta in pochi mesi riprova a portarsi a casa un trofeo. Non entro nel merito della scelta dell’Arabia, di un’altra cultura che fatichiamo a comprendere, lontana dai nostri valori, ma nel momento in cui la Fifa portando il Mondiale in Qatar ha sdoganato il tutto, non vedo perché il calcio business non debba portare il suo marchio dove hanno fame di calcio, dove pagano strabene in un momento di crisi. Il calcio ha deciso che lo show viene prima di tutto, ma non solo il calcio. L’Arabia è sempre più al centro del mondo, mi sembra evidente in tanti campi.


Occhio al Napoli

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E allora eccola la prima semifinale di questa sera. Il Napoli in campionato è in difficoltà, ma delle squadre in crisi è sempre bene non fidarsi soprattutto quando hanno un grande parco giocatori, da Kvara in giù, una rosa tecnicamente più forte di quella della Fiorentina. Ma non deve essere una preoccupazione. Anzi. La squadra viola ha battuto anche il grande Napoli di Spalletti che sembrava invincibile e quest’anno in campionato vanta un bel 3 a 1 in trasferta. Le armi la Fiorentina le ha, nel frattempo sembra anche cresciuta.

Sarà fondamentale l’approccio mentale, la determinazione e la concentrazione che non si possono mai abbassare. Nelle ultime partite i primi tempi sono stati spesso un disastro, stasera mi aspetto un’altra storia. E poi, rispetto alle finali perse, questa squadra è cresciuta, è maturata, sa gestire e gestirsi, capisce i momenti della partita e gare come questa semifinale hanno bisogno anche di una gestione emozionale e tattica dei novanta minuti. Con la consapevolezza che mai si può abbassare il livello perché il Napoli ha giocatori che possono inventare e creare in qualsiasi momento.

Dal punto di vista tattico i campioni d’Italia in genere lasciano giocare, spesso non mi sono apparsi compatti nella fase difensiva e questo può agevolare la Fiorentina che ha bisogno di spazio per mettersi in moto, ma non escludo che Mazzarri possa cambiare qualcosa, magari passando a quella difesa a tre, al 3-4-3 o al 3-5-2 moduli che più gli assomigliano. Vedremo.

Da Italiano mi aspetto la sua Fiorentina, quella fluida, del 4-3-3 che diventa 4-2-3-1, ma anche 2-4-4 nella fase di maggiore spinta. Formazione? Aspettando le solite sorprese, ragiono sulla squadra-base degli ultimi tempi. In porta Terracciano. Difesa con Faraoni (Kayode sembra parecchio stanco), Milenkovic, Ranieri e Biraghi. In mezzo Bonaventura, Arthur (se ha recuperato) e Duncan. Attacco con Ikonè, Beltran e non so se Sottil è pronto. Tenderei a escludere Brekalo per ovvie ragioni e prestazioni. Ma sappiamo bene che Italiano spesso sceglie anche in base a quello che vede in allenamento. Parisi, ad esempio, è sempre un’arma. E Nzola che contro l’Udinese ha finalmente giocato diversi minuti da Nzola, può essere utile. In questo caso credo che molto dipenderà anche da come hanno reagito fisicamente i giocatori al cambio di clima e di fuso. Le tabelle mediche saranno una bussola al momento di fare la formazione.

Il mercato

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Intanto Nico e Dodò sono tornati in gruppo, come vi avevo anticipato un paio di settimane fa, il loro recupero ha stupito tutti. Ma il rientro sarà graduale, soprattutto per Dodò. Qualcuno si chiede se con il recupero di Nico Gonzalez la società adesso non comprerà più. Tendo escluderlo, spero di no, non mi risulta. Italiano aveva comunque chiesto un esterno che porti energia, qualità, soluzioni e qualche gol, perdurando l’astinenza di Ikonè e le perplessità su altri.

Ngonge l’ha preso il Napoli, ma anche Traorè, entrambi obiettivi viola. Quest’ultimo era stato mollato nel periodo natalizio con la storia della malaria e i dubbi su un rapido recupero. Per Ngonge, invece, li avreste spesi diciotto milioni più due di bonus? Ognuno risponda serenamente, ma voglio darvi un dato: la bibbia del mercato, Transfermarkt, anche ieri lo valutava sei milioni. Allora venti milioni li spendo per Berardi, ma purtroppo non lo vendono a gennaio.

Comunque la Fiorentina farebbe uno sbaglio a non portare a casa un altro esterno, magari facendo uscire Brekalo. Questa squadra ha bisogno di sostegno, l’allenatore di soluzioni, e in alcuni ruoli (vedete cosa ha portato subito Faraoni) c’è stanchezza. Serve una scossetta. Ma i manager viola stanno lavorando, qualcuno arriverà e anche l’idea di scambiare Nzola non sembra del tutto tramontata. Molto dipenderà dalle prossime prestazioni (è tornato davvero?) e dalle occasioni che si presenteranno (Dia?).

Capitolo Franchi

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Scendono ancora in campo e duramente, le Toghe Viola. L’autorevole club chiede un dibattuto pubblico fra le parti in causa, vuole sentire dalla viva voce del sindaco come vuole risolvere una situazione che rischia di penalizzare pesantemente per due anni e più l’intera tifoseria viola, la città di Firenze e la Fiorentina. Situazione gestita in maniera avventurosa e superficiale, questo sembra ormai acclarato. Penalizzando, fra l’altro, ribadiscono le Toghe, un privato che aveva voglia di investire 300 milioni in un nuovo stadio. Tante domande, quasi un giallo, per ora senza soluzione. Domande che aspettano con ansia tutti i tifosi viola e lo ha ribadito anche il Centro di Coordinamento con un lungo e dettagliato intervento. Il problema sono le risposte certe che nessuno, a cominciare dal sindaco, oggi sa dare. Una cosa deve essere chiara a tutti: la Fiorentina non può giocare due anni fuori casa. I tifosi non possono vivere due anni senza calcio a Firenze. Venerdì sera sarà presentata ufficialmente la candidatura a sindaco di Sara Funaro, spero dica subito e chiaramente che lei, nel caso, non manderà la Fiorentina in esilio. A qualunque costo.

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