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La tragedia di François Sterchele, il fan di Toni che il Brugge deve onorare

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C'è una motivazione ulteriore per i Blauw-Zwart, che vogliono dedicare la finale a una giovane vita scomparsa prematuramente. Vi raccontiamo la sua storia
Federico Targetti
Federico Targetti Redattore 

Certe volte il destino, o comunque lo si voglia chiamare, sembra tessere i fili della storia in maniera sconvolgente. Accade così che una festa patronale nella città di Brugge sposti il ritorno della semifinale di Conference League al mercoledì e non al giovedì. Per il Club Brugge, questa partita, in questa data, 8 maggio, ha un significato profondissimo. Noi ne siamo venuti a conoscenza grazie ai media belgi, e qui ve lo raccontiamo.

Chi era François Sterchele

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Purtroppo per presentarvi Sterchele dobbiamo partire dalla sua morte: sono le 2 di notte dell'8 maggio del 2008, al Club Brugge arriva la tragica notizia del decesso del ragazzo. Un attaccante classe 1982, nato a Liegi ma con vaghe origini italiane, che era entrato nel giro della Nazionale belga, anche se non una presenza fissa per il ct Vandereycken e per chi ha allenato prima di lui. Sterchele era rimasto vittima di un incidente, si era schiantato con la sua Porsche contro un albero lungo la N49 a Vrasene. Eppure aveva dei grandi piani. A 25 anni aveva fatto il salto dal Germinal Beerschot al Club Brugge, proprio in contemporanea al cambio di maglia del suo idolo Luca Toni, passato dalla Fiorentina al Bayern Monaco. François adorava Toni a tal punto che ne imitava l'esultanza, la famosa mano rotante intorno all'orecchio. E non vedeva l'ora di giocare il 30 maggio contro di lui, in un'amichevole Italia-Belgio proprio al Franchi di Firenze. La vita ha avuto altri piani.


Come Astori

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Perdere un atleta di 26 anni in maniera così improvvisa lascia un segno profondo, e a Firenze lo sappiamo bene. Esattamente come avviene nel ricordo del povero Davide Astori, i tifosi del Club Brugge tributano un lungo applauso alla memoria di Sterchele al minuto corrispondente al suo numero di maglia, il 23. Sarà fatto anche stasera allo stadio Jan Breydel, a 16 anni esatti da quel triste giorno.

Il racconto di Stijnen

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Stijn Stijnen era il portiere di quel Club Brugge e della Nazionale belga. e a Het Nieuwsblad ha raccontato quei momenti e la partita con l'Italia:

“François non è stato convocato nelle precedenti partite internazionali con il Belgio. In Italia non sarebbe mancato, aveva giurato. Ebbene, François era lì. Luca Toni ha avuto un significato speciale per François, era il suo esempio, perché segnava sempre ovunque e aveva una vera fisionomia italiana. Questo piacque a François, anche lui si sentiva italiano per le sue origini. Adorava quella cultura fino all'estremo, cosa che si rifletteva nelle sue scelte di abbigliamento e nel suo amore per la cucina italiana".

In occasione di quell'Italia-Belgio, la maglia di Toni avrebbe dovuto essere presa alla fine della partita e portata alla famiglia Sterchele, con il benestare dell'attaccante italiano. Ci avrebbe dovuto pensare van Buyten, che giocava al Bayern con Toni, ma non c'era per via di un intervento ai denti. Se ne occupò proprio Stijnen. 

Sul volo di ritorno per Bruxelles non ho messo la maglietta di Toni nel bagaglio, perché non volevo che andasse persa. L'ho portata vicina al cuore, chiusa in una borsa. Quando sono arrivato in Belgio, sono andato subito ad Alleur. Sapete dov'è quella maglia adesso? È drappeggiata attorno all'urna cineraria di François. 

Ha collaborato Niccolò Meoni

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