Il consiglio di Oliveira: “Alla Fiorentina manca freddezza. Italiano, fai così”

Come si fa a concretizzare questi maledetti calci di rigore? La Nazione ha chiesto aiuto a Lulù Oliveira, rigorista della Fiorentina del 1997/98. "Preparazione e freddezza", ecco le parole chiave:

Esiste un metodo infallibile? Non ho detto questo. Anche io a Firenze ne ho sbagliato uno contro il Vicenza. Però ne ho realizzati quasi trenta in carriera seguendo sempre la stessa regola. Nei giorni precedenti alla partita studiavo sempre il portiere avversario e così dovrebbero fare anche gli attaccanti viola. Perché se su cinque rigori sbagliati dalla Fiorentina i giocatori che hanno fallito sono quattro diversi significa che il problema è di metodo. Tutto nasce dallo studio del portiere? Ma certo. Partiamo dall’inizio, però. Intanto ci deve essere sempre un rigorista designato in ogni squadra. E dietro di lui altri due-tre elementi che in sua assenza lo sostituiscono. Poi si passa all’esame del portiere: si butta di solito a destra o a sinistra? Qual è il suo piede d’appoggio? Alla Fiorentina manca freddezza? Quando un giocatore prima di un rigore battezza già un angolo ma poi, al momento del tiro, decide di cambiare, l’errore arriva nel 90% dei casi. Mi pare che alla Fiorentina stia avvenendo questo. Vedo incertezza dal dischetto. Serve una soluzione, quale? Allungando ogni giorno gli allenamenti per lavorare solo su questo aspetto. E poi studiare tanto, sforzarsi e non avere paura: dietro la porta, c’è una curva pronta a far festa

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