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Genny ‘a Carogna, quando il calcio fu sconfitto. Ora la partita della rivincita

Genny 'a Carogna
Genny ’a Carogna, la morte del tifoso e la trattativa che lasciò l’Italia senza parole. Nove anni dopo la Fiorentina si presenta ‘a bordo’ di una città intera per conquistare la capitale
Redazione VN

Chissa se Genny ‘a Carogna ha visto la coreografia spaziale della curva Fiesole, perché la vita cambia, caro Genny, già nove anni sono passati da quel 3 maggio 2014 quando la Fiorentina perse la più surreale e assurda delle finali di Coppa Italia contro il Napoli. Il 24 maggio 2023 - scrive Angelo Giorgetti su La Nazione - sarà il giorno del possibile risarcimento viola, un mercoledì da leoni oppure no, lo vedremo, ma di calcio ci occuperemo e non di altro, con la Fiorentina che si presenterà a bordo di una città intera: almeno due stadi ci vorrebbero per contenere tutti i tifosi che già stanno cercando di prenotare un biglietto, liberarsi dagli impegni di lavoro, organizzare il viaggio per una serata teoricamente cult.

Mai come questa volta per accogliere il futuro bisogna ripartire dal passato: nove anni fa Jenny era il capo degli ultrà azzurri e alle 21.40 - dopo una lunga trattativa con lo Stato, termine vago e nell’occasione anche improprio - stabilì a nome della curva napoletana che si poteva giocare la partita dopo la morte di Ciro Esposito, ucciso dagli ultrà romanisti fuori dallo stadio. Vecchio regolamento di conti, caos generale, comunicazioni interrotte perché la polizia aveva ’schermato’ la zona dell’Olimpico, notizie non confermate, Genny ’a Carogna appollaiato sul divisorio della curva a contrattare con lo Stato. Logicamente in campo nessuno pensava più al calcio, né alla Coppa Italia, ma così andò. Quella notte all’Olimpico perse la vita un tifoso e fu sconfitto il calcio intero.La Fiorentina si è riguadagnata con merito la finale di Coppa Italia, il 24 maggio tornerà all’Olimpico per sfidare l’Inter in una partita secca che varrà una pagina nell’almanacco.