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L'inverno del cuore. Ma che succede? Un anno fa c'erano settemila tifosi al Franchi per applaudire i giocatori che correvano su e giù sul campo. Giovedì erano più o meno duecento. Aria gelida, qualche coro, un gruppone di bambini, un senso di malinconia. Per non dire del giovedì di Coppa. Momento strano. Un po' per tutti. È vero che un anno fa c'era la Fiorentina delle sorprese e del primato, quella che faceva sognare e immaginare, la squadra che ti proiettava il cuore nell'iperspazio e oltre.
Ma perché da quel gennaio che segnò l’inizio della marcia verso la grande delusione la passione fatica a farsi largo imbottigliata com'è nel traffico di questa strana disaffezione? Non è rabbia. Non è contestazione. È solo entusiasmo in fuga. Abbonamenti ok, ma relazione affettiva al limite del frigido. Il mercato alla meno, le dichiarazioni dell'allenatore, una squadra che un po' va e un po' no, le polemiche sui rinnovi contrattuali. Alla fine il tifoso allarga le abbraccia, stanco anche delle continue polemiche e discussioni sul nulla. Quel sogno spezzato ha lasciato una ferita: nella testa del tecnico (per sua ammissione), nella squadra, nella gente. (...)
L'articolo completo di Benedetto Ferrara in edicola con La Repubblica
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