L'inverno del cuore. Ma che succede? Un anno fa c'erano settemila tifosi al Franchi per applaudire i giocatori che correvano su e giù sul campo. Giovedì erano più o meno duecento. Aria gelida, qualche coro, un gruppone di bambini, un senso di malinconia. Per non dire del giovedì di Coppa. Momento strano. Un po' per tutti. È vero che un anno fa c'era la Fiorentina delle sorprese e del primato, quella che faceva sognare e immaginare, la squadra che ti proiettava il cuore nell'iperspazio e oltre.
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Ferrara scrive: “Il grande freddo viola, tifosi senza entusiasmo”
A gennaio per il primo allenamento del 2016, c'erano 7.000 tifosi al Franchi ad applaudire la squadra di Sousa. Giovedì erano appena 200...
Ma perché da quel gennaio che segnò l’inizio della marcia verso la grande delusione la passione fatica a farsi largo imbottigliata com'è nel traffico di questa strana disaffezione? Non è rabbia. Non è contestazione. È solo entusiasmo in fuga. Abbonamenti ok, ma relazione affettiva al limite del frigido. Il mercato alla meno, le dichiarazioni dell'allenatore, una squadra che un po' va e un po' no, le polemiche sui rinnovi contrattuali. Alla fine il tifoso allarga le abbraccia, stanco anche delle continue polemiche e discussioni sul nulla. Quel sogno spezzato ha lasciato una ferita: nella testa del tecnico (per sua ammissione), nella squadra, nella gente. (...)
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