Top & Flop, la storia degli acquisti invernali viola: dal colpo Rossi alla sòla Felipe

GIUSEPPE ROSSI - Arrivato nel gennaio 2013 dal Villarreal per 10 milioni più bonus, esordisce contro il Pescara all'ultima giornata, tornando in campo dopo l'infortunio. La stagione successiva segna 17 gol in 24 presenze, fermandosi ancora per quattro mesi per i noti problemi al ginocchio. A causa del poco feeling con Sousa viene ceduto prima al Levante e poi al Celta Vigo, dov'è tuttora.

MOHAMED SALAH - Sei mesi intensi in tutti i sensi. Arriva come contropartita nell'operazione che porta Cuadrado a Chelsea nel gennaio 2015. Segna sei gol, quasi tutti pesanti, in sedici presenze. Inizialmente in prestito per diciotto mesi, tra scritture private e cause legali, in estate lascia Firenze per accasarsi alla Roma a titolo definitivo.

MATIAS VECINO - Prelevato dal Nacional de Montevideo per 2,5 milioni, esordisce solo nel settembre 2013. Gioca una stagione e mezzo in prestito tra Cagliari e Empoli, tornando in viola nell'estate 2015 da titolare del reparto mediano e diventando una pedina importante nello scacchiere di Sousa.

NORBERTO NETO - Arriva nel gennaio 2011 dall'Atletico Paranaense per 3 milioni. Davanti ha Frey, Boruc e Avramov, così esordisce solo il novembre successivo. Diventa titolare sotto la gestione Montella, quando ruba il posto a Viviano. Ad inizio 2015 viene messo fuori rosa per aver annunciato di non voler rinnovare il contratto, ma giocherà comunque a causa dell'infortunio di Tatarusanu, per poi accasarsi alla Juventus in estate.

ADEM LJAJIC - Corvino lo strappa al Manchester United, prelevandolo dal Partizan nel 2011 per 6,5 milioni di euro. Durante la gestione Mihajlovic esordisce, ma trova poco spazio. Con Delio Rossi sale agli onori della cronaca per il pugno ricevuto durante la gara interna contro il Novara. L'esplosione sotto la guida di Montella, con cui sigla la prima tripletta in carriera e tocca quota 12 reti stagionali. L'estate successiva la cessione alla Roma.