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Repubblica: “Mandragora: un tiro speciale per una notte speciale”

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Dal gioiello da fuori all'attenzione tattica: l'analisi si Repubblica del nuovo Rolando Mandragora
Redazione VN

Rolando Mandragora si sta definitivamente dimostrando l'uomo in più della Fiorentina. Le abilità di giocatori come Nico, Beltran, Belotti e Bonaventura sono ben note a difese ed allenatori avversari, mentre la nuova posizione e l'approccio tattico messo in campo da Mandragora, è tutt'altro che prevedibile e banale. Come riportato da Repubblica Firenze, contro l'Atalanta, il centrocampista napoletano mette in campo una prestazione da "tuttocampista": disposto al sacrificio e tatticamente impeccabile. Mandragora, infatti, annulla completamente l'estro di Koopmeiners, giocatore più in forma della dea, oscurandolo a tutto campo. L'emblema è quel blocco, quasi miracoloso, al limite dell'area, sul tiro dell'olandese che salva Terracciano nei primi minuti del match. Offensivamente parlando, la sua prestazione è, naturalmente, impreziosita da quel mancino splendido dal limite dell'area, ma il giocatore numero 38, è risultato determinante soprattutto per gli equilibri del centrocampo viola.

Con un Bonaventura abbassato che ha fatto in parte discutere, Mandragora ha saputo abilmente colmare il gap fisico e difensivo, non perdendo mai in qualità nell'impostazione. Di fatti, parliamo, probabilmente, della sua miglior prestazione da quando è a Firenze. Sintomo, forse, di quella che, ad oggi, è la miglior stagione della carriera professionistica in termini di marcature: ben cinque. La particolarità, è che dei cinque gol complessivi messi a segno, ben quattro stati segnati solo in questa prima parte di 2024. Non è, però, una caratteristica circoscritta solo in questa stagione. Infatti, Mandragora, già nella scorsa annata, si è dimostrato un fattore a partire dalla seconda parte della stagione, nel momento clou dell'annata. Un'ascesa che lo ha portato alla titolarità nella finale di Conference, com, però, quel rammarico di quel maledetto tiro da fuori area di prima col mancino.


In questa stagione, oscurato dalla fisicità di Duncan nella prima parte, si sta dimostrando, a suon di prestazioni, il perno del centrocampo viola, per equilibrio e costanza. Con un contratto in scadenza nel 2026, ma con tutti i presupposti per il rinnovo, e, in un centrocampo che il prossimo anno sarà inevitabilmente ridimensionato, il Mandragora di oggi è sicuramente un punto da cui ripartire.

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