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Alla domanda sul suo futuro, Paulo Sousa si è infastidito ed ha allargato le braccia. L'argomento non gli piace, ma è lui a non aver ancora spazzato i dubbi sulla sua permanenza a Firenze. "Non dipende solo da me". Da che dipende? Come diceva la canzone, da che punto guardi il mondo tutto dipende... Troppo filosofico? Avendo imparato a conoscere il mister della Fiorentina, un taglio filosofico ci sta eccome. Anche perchè dietro alla sua frase apparentemente semplicistica, che tirava in ballo i risultati di questo finale di stagione, c'è molto di più.
C'è un passaggio, della conferenza stampa di oggi del portoghese, che distrattamente può apparire sconnesso dalla considerazione sul futuro: "sono concentrato alla costruzione di una cultura interna". Sembra un concetto astratto, ma non lo è affatto. Tradotto in parole povere, Paulo Sousa vuole avere voce in capitolo non solo sulle mosse di mercato, ma anche - e ancor prima - sulla riorganizzazione societaria. Dopo un'annata che ha messo in luce tutti i limiti (vedi i "casi" di mercato) di un organigramma troppo vasto e frammentato, Sousa chiede qualcosa di diverso. L'allenatore vorrebbe lavorare in una struttura più snella, con un unico referente a cui doversi relazionare nel lavoro quotidiano, per riuscire a prendere una decisione - quando serve - in modo rapido e incisivo.
Ecco il passaggio chiave per scoprire il futuro del tecnico della Fiorentina. Uno snodo che passa anche e soprattutto dall'incontro atteso per la prossima settimana (LEGGI QUI). Ecco perchè Sousa non può (dal suo punto di vista) ancora pronunciare quelle due semplici parole: "Resto qui". Ecco da cosa dipende...
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