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L'EDITORIALE del martedì

Vertice con Italiano. Tutte le strategie di mercato, no a Sabiri. Idea Damsgaard

Enzo Bucchioni
Dal no a Sabiri alla pista Damsgaard e non solo. Il mercato si accende attorno alla Fiorentina, che dovrà muoversi molto a gennaio

Enzo Bucchioni

Il mercato s’avvicina e come i grandi classici, ecco a voi il “chi si compra?” abituale. C’è qualcuno che s’è già messo avanti, una raffica di nomi è già stata accostata alla Fiorentina, ma la volete sapere una cosa? La società viola non s’è ancora mossa in nessuna direzione, anzi mi sento di smentire alcuni nomi di giocatori già avvistati all’Osmannoro con agenzia immobiliare al lavoro per la casa a Firenze. Ma ne parleremo più avanti. Ripartiamo dalle certezze. Ieri Italiano è tornato al lavoro dopo un breve periodo di vacanza, con gran parte dei giocatori a disposizione e soltanto nei prossimi giorni, di sicuro entro la settimana, ci sarà quel vertice di mercato, come vi abbiamo anticipato nell’ultimo editoriale. Un confronto a tutto tondo con Joe Barone e l’area tecnica per varare una strategia e obiettivi per il calciomercato.

Il vertice

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Nell’incontro sarà prima analizzata la situazione dei giocatori attualmente in viola con l’intenzione di sfoltirne il numero (oggi sono davvero troppi e l’allenatore vuole una rosa più agile), poi si valuterà la posizione di qualcuno che vuole andar via perché gioca poco e, fatto questo, si passerà a puntare l’obiettivo sui ruoli da coprire e i reparti da potenziare. Le idee sono chiare, il confronto fra dirigenti e allenatore servirà a mettere qualche nome nelle caselle per cominciare a sondare il terreno, attivare gli intermediari e vedere dove si potrà arrivare. Ora illustreremo i contenuti della mappa che sarà sul tavolo della discussione, ma sentendo gli echi che arrivano dai mondiali del Qatar è bene sbrogliare subito gli equivoci e le voci attorno ad Amrabat, il viola che sta giocando meglio di tutti e che s’è messo in evidenza come uno dei migliori centrocampisti del torneo.

Amrabat

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I soliti noti si sono affrettati a mettere la famosa emme nel ventilatore, quasi come se Amrabat al ritorno dal mondiale potesse passare a un’altra squadra più importante della Fiorentina o, peggio, come fece Vlahovic, sia pronto a dire no al rinnovo del contratto per andarsene dove vuole. Ad alimentare il desiderio degli avvelenatori di pozzi ci s’è messo anche l’allenatore del Marocco che per esaltare il suo giocatore ha ipotizzato il suo passaggio ad una squadra più forte della Fiorentina. Interpretando le sue parole voleva semplicemente dire che Amrabat potrebbe giocare in una equipe di altissimo livello, ma su questo, sul valore tecnico, siamo tutti d’accordo. Il problema è che Amrabat non è in scadenza a breve, il contratto è ancora saldamente nelle mani della Fiorentina che detiene le prestazioni del marocchino fino al 2024 con un’opzione fino al 2025 che sarà fatta valere al più presto. Come si vede, davanti ci sono due anni e mezzo, nel calcio non sono tanti, ma non è neppure il momento di far suonare l’allarme rosso “Amrabat va via”, come ha fatto qualcuno. Semplicemente, vista l’importanza e la crescita del giocatore, è un tema che la Fiorentina dovrà affrontare, sentendo la volontà del ragazzo, magari riconoscendo dei bonus a fronte di un ulteriore prolungamento del contratto. Ma senza fretta e senza patemi.

I portieri

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Sicuramente nel vertice Italiano-società, si parlerà anche del portiere. Gollini era venuto a Firenze con l’idea di giocare titolare, non era stato detto, ma era nelle cose. Purtroppo l’ex atalantino non s’è mai espresso secondo le sue potenzialità, non è tornato quel portiere ammirato in Champions tre anni fa e anzi ha commesso alcuni errori che l’hanno fatto diventare stabilmente il secondo di Terracciano. Il giocatore non è contento, ovvio, e la Fiorentina non vuole fare scoppiare nessun caso. Anzi, cercherà di risolvere in maniera positiva per tutti parlandone anche con l’Atalanta, proprietaria del cartellino. Su chi si punta per sostituirlo? Servirà un dodicesimo affidabile, pronto in caso di bisogno, ma contento del ruolo di vice-Terracciano. Proprio per questo ci sono forti dubbi su Cragno che s’è proposto da tempo. Non gioca a Monza, vorrebbe un posto da titolare, ma Italiano non ama un dualismo troppo acceso fra portieri e Terracciano gode della fiducia dell’allenatore. Cragno non avrà la certezza di venire a Firenze per giocare e allora, come detto, è più probabile che se Gollini vuole andar via, si punti un profilo diverso. In attesa, poi, di comprare un portiere titolarissimo a giugno, come s’era pensato l’estate scorsa quando non andò in porto l’operazione Vicario. Oggi l’empolese è impossibile, ma in estate si cercherà un portiere di quel tipo per l’oggi e per il futuro in attesa della crescita del talento Martinelli oggi ancora troppo giovane.

Gli esterni

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Nel vertice si parlerà, ovviamente, anche dell’esterno. Se Nico Gonzalez è recuperabile per la ripresa del campionato, l’infortunio muscolare patito con l’Argentina può essere riassorbito in un mesetto, molti dubbi in più ci sono per Sottil. Dal punto di vista clinico basteranno un paio di mesi per guarire, ma dopo vanno calcolati i tempi per il recupero atletico e un giocatore fermo da settembre con un’operazione alle spalle, difficilmente tornerà al top in breve. E’ probabile che si andrà su un altro esterno, si valuteranno possibili occasioni e affari, magari qualche prestito. Boga è stato proposto, l’Atalanta vuole liberarsene, è stato pagato 25 milioni e l’idea è quello di rilanciarlo, ma è troppo simile a Ikonè e troppi sono anche i dubbi su un’operazione che favorirebbe solo l’Atalanta. Anche no. C’è un’idea però che corre e porta all’ex sampdoriano Damsgaard, 22 anni, ceduto l’estate scorsa al Brentford per quindici milioni più bonus. L’esterno danese, attualmente ai mondiali, in Premier ha giocato pochissimo, non sembra il suo campionato e un ritorno in Italia sarebbe gradito. Ha avuto un infortunio, c’è da rilanciarlo, ma la giovane età e le possibilità di prenderlo, potrebbero portare a una soluzione attualmente al vaglio di intermediari. Pista da seguire con attenzione.

Comunque un esterno è un obiettivo. Restando in casa Samp e dintorni, Sabiri non interessa più di tanto. O meglio, il trequartista è un ruolo stracoperto e se la Fiorentina decidesse di chiudere l’operazione oggi vantaggiosa per i problemi economici dei genovesi, sicuramente il giocatore andrebbe in prestito o resterebbe a Genova. Nel ruolo Italiano ha già Barak e Bonaventura, non è una priorità. E sta tornando Castrovilli. Il recupero sta andando davvero oltre le previsioni, se lo vedremo in campo anche per dieci-quindici minuti nelle prossime amichevoli di dicembre, vorrà dire che il giocatore ha superato anche le prove più intense per il suo ginocchio e si potrà iniziare il recupero agonistico. Attualmente, diciamolo, non s’è ancora mai allenato nelle partitelle con i compagni, ha fatto solo la parte atletica, ma sta bene e la parte agonistica sarà l’ultimo step del recupero.

Difesa

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Per la difesa, poi, si valuteranno le posizioni di Ranieri, ma anche di Venuti, quest’ultimo in scadenza, richiesti entrambi dalla Salernitana. Se manifestassero l’idea di andar via, caccia al sostituito. Ci sono diversi centrali che piacciono e in giro ci potrebbero anche essere occasioni, da Kumbulla della Roma a Colley della Samp e altri che giocano poco. Il tema vero del vertice, però, sarà l’attacco. Come dico io con ironia e senza voler offendere nessuno, dei due centroavanti oggi in rosa non se ne fa uno. O meglio, entrambi hanno criticità e il problema non è da poco.

Il problema centravanti

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La Fiorentina rinuncerà a uno dei due, presumibilmente Cabral? Si deciderà in questo vertice ben sapendo che la proprietà viola, Rocco, accetta difficilmente l’idea di rinunciare a un giocatore pagato molto. Insiste fino all’ultimo, non vuole rimetterci, come ha fatto con Amrabat, ma anche con Quarta, puntando al recupero. L’analisi sul brasiliano però è fatta, ormai è un anno che ci prova, le occasioni le ha avute e non ha mai convinto non solo per i gol, ma anche per l’essere un giocatore importante. Non lo sembra. Il problema è però di difficile risoluzione. Ammesso che la Fiorentina decida di metterlo sul mercato, chi lo prende? Quanto vale ora? Si punterà a un prestito, e questa è una soluzione, ma a chi? E lui lo accetta? Non sarà facile trovare una soluzione e come abbiamo visto, alla proposta di scambio con Arnautovic il Bologna ha detto ovviamente no. Comunque è assai probabile che si cerchi fino all’ultimo una soluzione per rilanciare l’attacco viola che non concretizza tutta la mole di lavoro svolta dalla squadra.

Jovic non fa meglio, ma almeno è tecnicamente più forte, è giocatore. I problemi però ci sono anche con il serbo che per ora non è stato rilanciato neppure dal mondiale dove non ha ancora giocato neppure un minuto in una nazionale che fatica, forse spaccata all’interno per troppe fazioni e troppe prime donne. Jovic, fra l’altro, mentalmente fatica anche nella Fiorentina. Non trova l’umiltà e la voglia di rimettersi in gioco dopo tre anni oggettivamente difficili. Rischia di buttare via anche l’occasione che la Fiorentina gli ha offerto. Detto questo, in attesa delle decisioni della società, un attaccante vero lo prenderei. Perché non provare lo scambio Cabral-N’Zola con lo Spezia? Radiomercato ha messo in giro anche il nome di Beto dell’Udinese. Grazie al piffero, direbbe qualcuno sinteticamente. I friulani l’hanno pagato dieci milioni due anni fa, ora ne chiedono quindici. Un’operazione che a gennaio è difficile fare e allo scambio di sei mesi con Cabral, i bianconeri risponderebbero come ha risposto il Bologna per Arnautovic: no, grazie.

Ovviamente, come detto, ci sarà anche un mercato in uscita e oltre ai difensori Ranieri e forse Venuti, c’è da piazzare Benassi finito fuori dalla lista e fra Maleh e Duncan probabilmente andrà via chi ha voglia di giocare di più. Ma c’è anche Zurkowski  che ha sempre in testa l’Empoli: difficilmente sarà accontentato. Vicario e Parisi ormai sono fuori dalla portata della Fiorentina, promessi a grandi club per cifre molto alte, e Bajrami  non incanta più. Al suo posto è arrivato Barak e per l’albanese vale lo stesso discorso fatto per Sabiri: i trequartisti sono anche troppi, i centrocampisti pure.

Nico Gonzalez

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Ora torno su Nico e chiudo. La società ha fatto circolare la ritrovata armonia con l’argentino, certificata da una foto con Joe Barone nel nuovo ristorante di riferimento. Sarà vera gloria, come diceva il poeta? Lo capiremo presto, chiuso male il capitolo mondiali speriamo che Nico ritrovi energie e voglia, metta la testa a posto, come si dice per i ragazzi. Il problema c’è e la risposta la darà solo in campo, però non sono d’accordo con chi ha voluto montare l’ennesimo caso sulla settimana di ferie concessa all’argentino, è tornato a casa. Che problema c’è? Nico va recuperato fisicamente per lo stiramento alla coscia, ma soprattutto mentalmente. E allora un periodo di stacco può fargli soltanto bene, c’è da dimenticare la forte delusione del mondiale fallito, c’è da ritrovarsi e se Nico aveva bisogno del suo ambiente è stato giusto dargli fiducia. Ora questa fiducia dovrà ricambiarla e il quattro gennaio non è dietro l’angolo. C’è tempo per guarire e ritornare a dimostrare che è in grado di fare la differenza. Almeno lo speriamo…

Vertice con Italiano. Tutte le strategie di mercato, no a Sabiri. Idea Damsgaard- immagine 2
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