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Malusci a VN: “Che onore, ammonito per fallo su Maradona. E gli chiesi la maglia in una maniera un po’ strana…”

Il ricordo dell'ex difensore

Federico Targetti

Fioccano, e non potrebbe essere altrimenti, le testimonianze in onore di Diego Maradona, scomparso ieri poco prima che la Fiorentina scendesse in campo a Udine. Tra i tanti ex viola che hanno avuto modo di affrontare il Pibe de Oro e il suo Napoli a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, Alberto Malusci ricorda il primo incontro col leggendario Diez in maniera particolare: lo ha raccontato in esclusiva a Violanews.com. Torniamo quindi al 28 gennaio 1990, Fiorentina-Napoli 0-1, per poi parlare un po' anche dell'attualità viola.

Alberto, Lei Maradona lo ha vissuto da avversario proprio agli inizi della sua carriera, qualche mese dopo aver esordito in A. Che cosa ricorda con più intensità di quel giorno?

Intanto posso dire che ho avuto la fortuna di averlo incontrato. Tutti i ragazzini, allora come oggi, sceglievano come idoli calciatori di gran classe, lui con la palla faceva qualsiasi cosa. Non avrei mai pensato di affrontarlo come poi l'ho affrontato, in maniera abbastanza rude, perché quel giorno lui mi puntò, mi fece il classico palla c'è-palla non c'è e io lo stesi, mi presi il giallo. In quel momento lì magari non me ne resi conto, ma oggi mi sento un privilegiato a poter dire che Maradona, l'essenza del calcio, mi ha fatto ammonire. Ho la sua maglia, l'ho avuta in una maniera un po' strana...

Ce lo racconti.

Maradona era un giocatore di uno spessore indiscutibile, avevo paura che, chiedendogliela a fine partita, non mi sarebbe toccata. Allora lo raggiunsi prima del fischio d'inizio e balbettai: "Diego, alla fine del primo tempo me la dai la maglietta?", e lui accettò. Voleva dire che ero il primo, mi venne proprio d'istinto, e sono soddisfatto. Al 45' mi avvicinai a lui, aveva già la maglietta in mano, pronto a darmela. 

C'è un aspetto del carattere di Maradona che balzava agli occhi anche degli avversari?

Certo, lo voglio dire a tutti coloro che si apprestano ad entrare nel mondo del pallone, che sia d'esempio: io non ho mai visto Maradona rimproverare un compagno per una palla sbagliata. Ho sempre notato che quello che lo contraddistingueva, per lo meno in campo, vedendolo da avversario, era quella calma nei rapporti con chi giocava insieme a lui. 

In quella partita Lei aveva il numero 7, ma il suo habitat naturale è sempre stato la difesa. Ha fatto come Lirola, ieri impiegato alto al suo ingresso per questioni tattiche? 

Io nasco come difensore, però sono stato sperimentato in vari ruoli, adattandomi volentieri alle esigenze della squadra. Lirola invece per sue caratteristiche può essere impiegato in tutta la parte esterna del campo, può fare l'esterno alto come ieri, l'esterno basso, il quinto a centrocampo. Non ha ancora espresso quello che è il suo vero valore. 

E dei centrali, suoi colleghi, che ne pensa?

Ieri ho visto un grande Milenkovic. Si è vista una difesa a quattro vera, perché contro il Benevento era molto più un tre e mezzo, con lo stesso serbo abbastanza bloccato. Lui e Pezzella mi sono piaciuti e in generale mi piacciono, penso che questa sia chiaramente la coppia sulla quale si poggeranno le sorti del Prandelli-bis.

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