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La Fiorentina corre ma non si avvicina alla salvezza: il paradosso tutto viola

Federico Targetti

I viola sono mortificati da una classifica che si accorcia nonostante i loro sforzi, ma sebbene la situazione sia illogica, ci sono buoni motivi per non mollare

E' come essere su un tapis roulant, magari anche a ritmi alti: corri, ti stanchi, il display segna pure un numero elevato di chilometri, ma alla fine la distanza effettiva percorsa è zero. Se vogliamo vederla proprio nera, per la Fiorentina è anche peggio, dato che il vantaggio sul terzultimo posto si è ridotto da 8 a 3 punti in pochi giorni. E questo nonostante siano arrivati risultati più che discreti nelle ultime due uscite. In settimana molto è stato scritto anche sugli aspetti positivi: il gruppo ritrovato, i risultati che fanno morale, le squadre invischiate che aumentano, i giocatori che ritrovano la loro versione migliore. Tutto giusto, ma rimane una situazione paradossale. E la parola non è scelta a caso.

Il filosofo greco Zenone di Elea, vissuto circa 2500 anni fa e tutto fuorché un esperto di pallone, ha teorizzato una situazione per certi versi paragonabile a quella in cui si trova la Fiorentina, con lo scopo di dimostrare come il movimento sia solo un'illusione. Ci avvaliamo della limpida descrizione di J.L. Borges per spiegarla brevemente a chi non la conoscesse:

"Achille, simbolo di rapidità, deve raggiungere la tartaruga, simbolo di lentezza. Achille corre dieci volte più svelto della tartaruga e le concede dieci metri di vantaggio. Achille corre quei dieci metri e la tartaruga percorre un metro; Achille percorre quel metro, la tartaruga percorre un decimetro; Achille percorre quel decimetro, la tartaruga percorre un centimetro; Achille percorre quel centimetro, la tartaruga percorre un millimetro; Achille percorre quel millimetro, la tartaruga percorre un decimo di millimetro, e così via all'infinito; di modo che Achille può correre per sempre senza raggiungerla".

Questo quadro è noto come il paradosso di Zenone, ed è evidente come, nel nostro caso, Achille sia la Fiorentina, che sta andando abbastanza veloce dopo i 4 punti raccolti la scorsa settimana, e la tartaruga sia la quota-salvezza, sempre più vicina ma, a causa del Cagliari, non ancora raggiunta.

C'è da preoccuparsi? Non proprio, o almeno non eccessivamente. Prima di tutto, perché tra la Fiorentina e il baratro ci sono ben quattro squadre - Benevento, Cagliari appunto, Torino e Spezia - che rischiano obiettivamente di più rispetto ai viola. E in secondo luogo, quello di Zenone è un paradosso, e come tale va contro ai principi della logica. Inoltre, il ben più noto Aristotele ha dimostrato che Achille raggiunge sempre la tartaruga, perché lo spazio è divisibile all'infinito solo potenzialmente, mai all'atto pratico. Nel concreto, la distanza che separa la Fiorentina dall'agognata salvezza può (e deve) essere percorsa.

Perché questo esercizio filosofico? Per ribadire come i ragazzi di Iachini non debbano prestare troppo l'occhio alla classifica, continuando a correre e a fare punti come hanno fatto negli ultimi giorni. Solo così romperanno il velo del paradossale e raggiungeranno il traguardo dopo un'angosciante ed inaspettata maratona.