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“Ci penso io”… E non solo in campo. Ribery si fa in tre per la Fiorentina

Federico Targetti

Il francese vuole rendere la Fiorentina all'altezza delle ambizioni

Quando, poco meno di un anno fa, Franck Ribery è sbarcato a Firenze, in pochi erano scettici, ma non molti, immaginiamo, si aspettavano di accogliere a Firenze un campione a trecentosessanta gradi, pronto a dare il massimo in campo... e non solo. Sì, perché oltre ad aver deliziato con alcuni dei pezzi migliori del suo repertorio - chiedere a Milan e Lazio per informazioni - FR7 è sempre stato il più costante negli allenamenti, un esempio da seguire e una sorta di fratello maggiore per Castrovilli e i giovani in rampa di lancio. Peccato solo per il brutto infortunio lo ha tenuto fuori per mesi... Ma è solo la punta dell'iceberg.

Ribery è, per la sua storia, per quello che ha fatto e che fa vedere, un polo d'attrazione di notevole magnetismo. Non è un caso se alcuni dei suoi ex compagni al Bayern Monaco (Gotze e Mandzukic, ma nelle ultime ore anche Javi Martinez: i dettagli) hanno preso in considerazione l'eventualità di raggiungerlo a Firenze. Chiaro che non basta soltanto un amico "buono a pallone" per impegnarsi in un nuovo progetto, ma la portata di queste trattative dà un'idea del peso specifico di Ribery all'interno del Direttorio viola. Come se non bastasse, voci risalenti a qualche giorno fa (LEGGI) sostengono che la convinzione di Rocco Commisso sulla conferma di Iachini come tecnico per la stagione 20-21 sia anche dovuta al parere positivo del fenomeno transalpino.

Quindi, ricapitoliamo: giocatore, DS aggiunto e consulente per l'area tecnica. Tre ruoli in uno, senza pretese di assurgere a divinità, ma certamente centro di gravità permanente di una Fiorentina che deve tenere il passo del suo Re Sole. Anche perché un altro anno di anonimato porterebbe alla ghigliottina, mediatica e da parte dei tifosi.