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IL RETROSCENA
Atalanta-Fiorentina è finita lì, quando Nikola Milenkovic ha atterrato in maniera netta e ingenua uno Scamacca lanciato a rete. La partita è finita lì, il 4-1 è solo una conseguenza. Conta il giusto. Ciò che conta invece è il carattere della Fiorentina che, come sempre, non abbandona mai la sua idea di gioco, figlia di un allenatore che predilige il lato offensivo, della serie "l'attacco è la miglior difesa". Un concetto espresso fin troppe volte in questi 3 anni di Vincenzo Italiano. Perché al termine, o quasi, del suo progetto a Firenze, il problema non è mai stata la difesa, ma l'attacco. L'allenatore della Fiorentina ha provato a sottolinearlo più volte, ma senza mai farsi capire. E questa è una delle cose che lo mandano su tutte le furie. C'è un altro dettaglio, che Vincenzo Italiano fa fatica a "digerire": l'inferiorità numerica.
Nelle "segrete" stanze del Viola Park, tra una conferenza e l'altra, Vincenzo Italiano guardando Barcellona-PSG ha voluto porre l'accento sulle parole di Gundogan al termine della gara persa contro gli uomini di Luis Enrique. In breve, il centrocampista dei blaugrana critica fortemente il suo compagno di squadra Araujo per il fallo da espulsione che ha condizionato tutta la gara: "Preferisco subire gol o lasciare l'attaccante con un uno contro uno. Essere in dieci uomini così presto nella partita ti uccide". Così Vincenzo Italiano, a microfoni spenti, ha spiegato la sconfitta della squadra di Xavi, come una specie di premonizione di quella che sarebbe stata Atalanta-Fiorentina.Il concetto è semplice: è meglio subire un gol che rimanere in dieci. Serve lucidità, cosa che è mancata a Milenkovic sul fallo su Scamacca. Le parole di Italiano in conferenza stampa poi, confermano ancora di più questo concetto. L'allenatore della Fiorentina parla di "agonia". E come dargli torto? Alzi la mano chi, guardando Atalanta-Fiorentina, ha veramente pensato che questa squadra potesse arrivare ai rigori indenne dopo al rosso al serbo. "Chapeau" per chi ci ha creduto, ma dopo il rosso a Milenkovic, il sipario si è chiuso sulle possibilità di raggiungere la seconda finale consecutiva in Coppa Italia. Insomma, la Fiorentina lascia Bergamo con le ossa rotte, ma queste vengono compensate da un grosso spirito di sacrificio. Italiano, con la sua mentalità, riesce persino a trovare un pareggio "miracoloso" in 10 contro 11, ma come spesso accade il volere non coincide con il potere in casa Fiorentina. Adesso rimane solo la Conference League. Il resto sembra davvero un copione già scritto. E sappiamo tutti chi, a fine anno, ricoprirà il ruolo di colpevole.
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