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Il pagellone di Guetta: Bonaventura, Mourinho e … il solito Belotti

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Le pagelle a tutto tondo sul mondo del calcio di David Guetta: da Mourinho a Belotti passando da Bonaventura.

David Guetta

Real Madrid 5, con riserva. Uno si chiede: ma si allenano nella Capitale spagnola? Parrebbe di sì, viso che hanno vinto campionato e Champions. Si direbbe di no vedendo le condizioni di Jovic, che da quelle parti ha corso per dieci mesi. Dopo oltre 50 giorni di preparazione viola mi ricorda il sottoscritto quando si allenava per le (poche) partite giocate in seconda categoria: stremato per lo sforzo ad ogni fine seduta per evidenti limiti fisici. Animo ragazzo, diamoci una mossa.

Bonaventura 7, sarebbe bello che una telecamera fosse fissa su di lui per capire l'essenza del calcio. Fa sempre la cosa giusta e quando non gli riesce la pensa, solo che magari non ce la fa più. Ah, avesse dieci anni di meno.

Ikone 4,5, qualche buontempone pensa che abbia bisogno di cinque, sei partite da titolare per esprimere le sue vere qualità. Nel frattempo ha poca importanza il risultato finale della Fiorentina. Il problema è capire quali siano queste doti nascoste, ma nascoste talmente bene che nessuno le ha viste. Il dribbling, e va bene, ma poi? Si comincia a sentire puzza di bruciato, speriamo di salvare l'arrosto.

Pazienza 6, non l'ex giocatore viola, ma quella dote che o ce l'hai o non ce l'hai. Il tifoso per definizione non ce l'ha e quindi ha immediatamente scordato che l'Europa porta via punti al campionato. Se ad agosto giochi tre partite in una settimana e non hai una rosa tipo Real Madrid (dove mi hanno appena confermato che si allenano e si sono sempre allenati tutti, Jovic compreso) paghi pegno.

Belotti 3,5, ancora a spasso, poi gli ci vorrà un mese a Roma per entrare in forma e giocare (forse) qualche partita. A Torino lo rimpiangono, ma non certo umanamente. Ormai mi è presa così, sarà la vecchiaia, ma ogni settimana che passa ai margini del calcio si abbassa di mezzo punto il voto.

8 Mourinho, la presa di posizione a chi ha insultato a Roma Felix, a cui aveva regalato un paio di costosissime scarpe dopo una doppietta, anche e soprattutto per il colore della pelle è da manuale della comunicazione. Paraculo, stratega, imbonitore, amato da quasi tutti i suoi giocatori e odiato da pochi, a suo modo unico. E poi ha vinto tantissimo, ovunque.

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