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Fiorentina, sta nascendo un altro Jovic: ora è giusto puntare su di lui

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Sta nascendo un nuovo Jovic

Alberto Polverosi

Dopo il gol segnato contro il Torino e che, alla resa dei conti, vale la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia, si può cominciare a

ragionare su Luka Jovic con un occhio diverso rispetto al recente passato, quando sembrava altamente disinteressato alle vicende viola. Jovic ha segnato 8 gol in 28 partite ufficiali, per un totale di 1.420 minuti. La media è di un gol ogni 177 minuti, uno ogni due gare, a cui vanno aggiunti due assist. Li ha distribuiti in campionato (3), in Conference League (4) e in Coppa Italia (1). Da sottolineare che nelle 28 partite giocate solo 15 volte è partito titolare e quando Italiano lo ha schierato dall’inizio la sua media-gol è migliorata sensibilmente: 6 gol su 8, due agli scozzesi dell’Hearts of Midlothian in due partite, doppietta decisiva ai turchi del Basaksehir, uno alla Cremonese in campionato, uno al Torino in Coppa Italia, solo due volte è andato a segno partendo dalla panchina, contro l’Inter e la Salernitana in campionato. Da quanto stiamo vedendo in questi giorni, sembra che Italiano si sia convinto a puntare sul serbo. Titolare a Roma contro la Lazio e pochi giorni dopo titolare al Franchi contro il Torino. Con Cabral in panchina e subentrato in tutt’e due le occasioni all’ex madridista. Difficile capire adesso se Jovic sia in grado di tornare ai livelli dell’Eintracht, ma quanto meno ora sembra più coinvolto, sia nel gioco che nello spirito. Nei 75' giocati contro il Torino ha partecipato alla manovra in 45 occasioni. All’inizio Buongiorno, il suo marcatore diretto, lo ha anticipato sia nel gioco aereo che con la palla a terra, ma poi il serbo ha cominciato a farsi vedere, uscendo dalla linea d’attacco per ricucire il gioco. Controllava, distribuiva e attaccava. Ecco, è stata la terza fase quella in cui ha sofferto di più, l’attacco all’area granata, ma è successo anche perché la Fiorentina non è quasi mai stata in grado di servirlo come avrebbe dovuto. Jovic ha segnato alla prima e unica palla decente ricevuta in area di rigore, un bel cross di Terzic. Si è mosso da cannoniere vero: una spintarellina a Rodriguez che così è stato sbilanciato, uno stacco con sospensione, una girata di testa sul palo dove Milinkovic non poteva arrivare. E’ questo che serve a Jovic, come a qualunque altro centravanti. La palla buona, la palla giusta. In questo senso può essere prezioso Gonzalez: quando l’argentino taglia al centro con la palla al piede deve cercare con più insistenza lo scambio rapido con Jovic. Magari l’asse serbo-argentino diventa l’arma decisiva della Fiorentina nella sua seconda parte di stagione. Sembra più dentro alla squadra anche come spirito. Quando le telecamere hanno inquadrato la panchina viola mercoledì sera, si è visto Jovic, un paio di volte, molto preso da quello che stava succedendo in campo dopo la sua sostituzione. Forse ci teneva alla qualificazione perché sarebbe arrivata grazie soprattutto a un suo gol, o forse ci teneva perché ha cominciato a sentire addosso la responsabilità di indossare quella maglia. In ogni caso, ci teneva. Se la vittoria contro il Torino può rappresentare il rilancio della Fiorentina, vale lo stesso per Jovic e il suo gol. È la rete più pesante di questa sua stagione italiana, almeno a pari della doppietta in Conference League contro il Baseksehir. Se davvero Italiano ha deciso di insistere sul serbo, come Prandelli fece col suo connazionale Vlahovic, l’operazione va sostenuta.

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