E poi?
E poi ci sono le amnesie, i black out, gli errori nelle scelte, la superficialità in alcuni momenti.
Perchè?
Una domanda che ci facciamo da tanto tempo senza avere una risposta certa. Facciamo supposizioni, ipotesi, congetture.
Dunque?
Io credo che la Fiorentina con il lavoro raggiunga vette da grande squadra, senza essere una grande squadra. Quando il gioco funziona questi giocatori, o almeno tanti di loro, sembrano grandi giocatori, quando in realtà sono giocatori normali. Con i loro limiti. Quando mancano trenta secondi alla fine i grandi giocatori di personalità sanno gestire senza paura, tengono palla, sono lucidi. Ai giocatori normali la palla scotta fra i piedi, faccio un lancio lungo, a caso, e il crack è fatto. E’ successo l’altra sera. Andate a rivedervi l’azione finale.
E’ un constatazione amara. Fermo restando l’apprezzamento totale per un gruppo di giocatori che spesso va oltre e nel tempo ha portato a casa risultati e crescita, ogni tanto i limiti ti presentano il conto.
Il "virus" dei rigoristi
—Non resta che lavorare ancora, crescere, perfezionarsi, abituare anche la testa alla gestione delle tensioni e dei momenti decisivi, altri passi avanti se ne possono fare, ma le buche sul terreno potrebbero ripresentarsi.
I rigori fanno parte di questo percorso e di questo discorso. Li sbagliano tutti, è una banalità e una constatazione. I giocatori di qualità e personalità ne escono subito, gli altri fanno fatica. La palla diventa di pietra, la porta si restringe. E il virus entrato nello spogliatoio della Fiorentina ha contagiato tutti. Cinque rigori sbagliati da quattro rigoristi diversi, compresa la Supercoppa. Tutta gente che in allenamento li segna, senza problemi. Perfino Nico, uno dei giocatori-veri, si è fatto condizionare dai precedenti errori di Bonaventura e Ikonè. E dal suo contro l’Inter: ha risbagliato con la Lazio.
Situazioni veramente al limite dove, diciamolo, c’è anche un componente di sfiga non indifferente. Situazioni che nel calcio diventano storie come quelle raccontate da Soriano o Galeano.
Pensate cosa avrebbe potuto essere la classifica della Viola senza tutti questi errori banali, banalissimi, evitabili. Altro che Bologna…
Italiano poco in sintonia con il tifo viola
—L’altra sera, e lo dico con stima e nell’ottica che tutti possono fare meglio, anche quelli bravi, credo che al 92’ non si debbano e non si possano cambiare tre giocatori tutti assieme, due dei quali centrocampisti. La squadra ha perso consistenza, distanze e punti di riferimento. Bastava togliere Belotti, sfinito, e chiedere a Nzola di andare a fare il matto davanti ai difensori, per pressare tutti e non far ripartire l’azione.
Prendo spunto da questo per continuare la mia personale battaglia, lo dico simpaticamente, con i Calcioti. Sta montando, ancora una volta, una inaccettabile onda anti-Italiano e adesso, credo, non sia più una questione di calcio moderno o di calcio all’italiana. Ho la sgradevole sensazione che Italiano non sia entrato in sintonia con parte della piazza e non capisco perchè. Leggo cose al limite dello stalking contro un allenatore che in questi tre anni non ha fatto bene, ma benissimo. Ha reso competitiva con le grandi una squadra abituata a salvarsi.
Si può discutere tutto, criticare, ma non si può non riconoscere che Italiano sia un ottimo allenatore. Questa piazza è stata capace di idolatrare allenatori come Terim, amare alla follia altri che probabilmente hanno fatto meno di quanto avrebbero dovuto con la squadra che avevano, è questione di pelle. O di feeling. Qualcosa che non è mai scattato.
Anche per questo, credo, a fine stagione Italiano saluterà. I critici spietati e gli stalker si accorgeranno chi è quando andrà a fare i miracoli da qualche altra parte, ma allora sarà troppo tardi.
Del resto, voi restereste in questa situazione?
Servono arbitri più coraggiosi
—Comunque, tornando alle cose che vediamo e non a quelle che ipotizziamo, resta negli occhi un primo tempo straordinario nel gioco e anche la personalità e la caparbietà di questa squadra che la partita l’aveva comunque ripresa, ribaltata e con il rigore l’avrebbe chiusa.
Ripartiamo da qui, dalle cose positive sperando che nei due mesi decisivi che restano, non riappaia il Diavolo che s’aggira a Campo di Marte.
E speriamo di avere arbitri più coraggiosi di Massa che non ha espulso Mancini come avrebbe dovuto. E poi il rigore su Belotti c’era, non ha protestato neppure Paredes, sa benissimo (come sanno quelli che hanno giocato e non certi commentatori arbitrali) che prendendolo per il colletto l’ha sbilanciato e gli ha tolto la disponibilità della palla.
Chiudo con il Viola Park. Spero di aver capito male ma l’Abate Bernardo Gianni lo ha definito pubblicamente, “Un orrore. Una schifezza”.
Anche se tutti hanno fatto finta di niente, con tutto il rispetto per l’Abate, non posso non esprimere la mia enorme sorpresa per una personalità di così alta cultura e di così grande riferimento.
A parte la discutibile terminologia, un po’ cruda, siamo sicuri che abbia visto dalla parte giusta della strada?
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Fiorentina senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Violanews per scoprire tutte le news di giornata sui viola in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA