In generale non è stato un mercato scintillante, anzi. Pochi soldi e poche idee. Per qualche club è stato addirittura un mercato dannoso, per l’Inter, per la Roma e, come vedremo, anche per la Fiorentina, suo malgrado. Skriniar al Psg (che poi non si è materializzato) è costato all’Inter la sconfitta a San Siro con l’Empoli (espulsione del difensore slovacco al 40' del primo tempo), Zaniolo al Milan e poi al Bournemouth (e invece è rimasto alla Roma) è costato e costerà alla squadra di Mourinho una situazione difficilissima da gestire e infine Amrabat al Barcellona (e invece è rimasto giustamente a Firenze) è costato alla Fiorentina la sua esclusione dalla lista dei convocati per i quarti di finale di Coppa Italia col Torino e vedremo cosa accadrà in futuro. Da anni, non da adesso, i giocatori sono aziende individuali in cui tutto è regolato da un meccanismo che produce soldi. A loro, ai giocatori, ai procuratori, allo staff dei procuratori.
EDITORIALE
Amrabat un danno, Sirigu e Brekalo ok. Ma perchè cedere Zurkowski?
Il segnale su Amrabat
—La storia del marocchino su instagram “Provaci ora, il futuro non è promesso a nessuno” può essere anche farina del suo sacco, ma dietro si intravede una strategia. Detto che la Fiorentina ha fatto benissimo a non cedere il giocatore (caro Barcellona, se lo vuoi adesso caccia adesso i 40 milioni, con l’obbligo e non col diritto di riscatto), il problema potrebbe diventare la gestione futura del giocatore. Non è colpa della Fiorentina se in Qatar si è giocato un Mondiale a metà stagione e se in quel Mondiale un buon giocatore come Amrabat è diventato (per la durata di quel torneo) uno dei migliori centrocampisti e sono pure legittime le aspirazioni del marocchino, ma il bene supremo è la Fiorentina, non il Barcellona e nemmeno il giocatore. Nel gennaio dell’anno scorso il club viola era stato protagonista in senso negativo del mercato, la cessione di Vlahovic alla Juventus aveva spaccato la tifoseria. Quest’anno la cessione di uno dei suoi migliori giocatori è stata evitata ed è un punto a favore di Commisso.
Il bilancio del mercato viola
—Come di segno positivo è lo scambio dei portieri di riserva Sirigu-Gollini. Il passo in avanti è così netto che sembra strana la scelta del Napoli, non quella della Fiorentina. Sirigu alzerà il livello della concorrenza con Terracciano, portiere più che affidabile (una parata su tutte, quella nella gara di ritorno dello spareggio per la Conference League col Twente in Olanda), e Italiano avrà dei benefici. Così come ci saranno sul fronte offensivo quando Brekalo ritroverà la condizione fisica dopo quattro mesi di scarsa attività. Il giocatore è di buon livello e va aggiungersi a una nutrita batteria di esterni. Se l’operazione-Brekalo è comunque un’idea per il futuro prossimo e meno prossimo, resta difficile da comprendere l’“alleggerimento” del reparto di centrocampo: via Zurkowski, Maleh e Benassi, restano Amrabat (scontento? Vedremo...), Bonaventura, Barak, Duncan, Mandragora (appena rientrato dall’infortunio), Castrovilli (di nuovo fermo) e il giovane Bianco. Per la partita di questo pomeriggio col Toro, tanto per dare un’idea, sono stati convocati solo Bonaventura, Duncan, Mandragora e Barak, quattro centrocampisti per tre ruoli. Visto che le gare di Coppa Italia e di Conference League sono fissate in queste ore e in questi giorni, forse cedere un centrocampista in meno non sarebbe stato un errore. E resta soprattutto un mistero il continuo mancato impegno di Zurkowski, sei gol nel campionato scorso con l’Empoli. Ma davvero non rientrava nelle idee di Italiano?
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