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Juve, plusvalenze: 42 i trasferimenti nel mirino. E spuntano le intercettazioni

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"I vertici del cda della società bianconera, in primis il presidente Andrea Agnelli, appaiono, di fatto, ben consapevoli della condotta attuata dall’ex manager bianconero (Paratici, ndr)"

Redazione VN

L'inchiesta sul presunto falso di reato in bilancio a carico della Juventus prende spunto dal lavoro di Covisoc e Procura Federale che lo scorso 27 ottobre aveva segnalato 62 operazioni di mercato, tra cui anche quella che ha portato Osimhen dal Lille al Napoli per 72 milioni di euro, al fine di scoprire se potessero nascondere plusvalenze fittizie: 42 di queste coinvolgono la Juventus. La più famosa è lo scambio Arthur-Pjanic, effettuato col Barcellona (valutati rispettivamente 72 e 61 milioni) nell'estate del 2020, tante rientrano nei movimenti di mercato della Juve Under 23. E nell'edizione online di SportMediaset si rendono noti i nomi e le cifre delle operazioni in questione. Tra queste le più rilevanti in termini economici sono quelle con il Genoa: Portanova (10 milioni) e Rovella (18 milioni) e Petrelli (8 milioni). Con la Sampdoria per Audero (20 milioni), ma non mancano anche le trattative con i club stranieri.

Inoltre, il Corriere di Torino rende noto lo sviluppo delle indagini. In particolare riguardo delle intercettazioni ottenute dalla Procura di Torino, che commenta nel seguente modo: "Dalle intercettazioni si è avuta espressa conferma in merito alla “gestione malsana delle plusvalenze”, voce di ricavo caratteristica della gestione sportiva, talvolta utilizzata quale autentico strumento “salva bilanci”, cioè in modo distorto".  In queste intercettazioni, si legge nel giornale, la Juve arriva a essere paragonata a «una macchina ingolfata». Per un motivo che, qua e là, spunta sempre dalla telefonate captate dagli investigatori: "Proprio gli investimenti oltre le previsioni del budget e gli “ammortamenti e tutta la m. che sta sotto che non si può dire sono stati tra le cause dello squilibrio economico e finanziario che ha portato la società Juventus spa ad essere appunto paragonata a una macchina ingolfata". Un meccanismo identificato come "gestione Paratici" che però non toglie la presidenza dalle responsabilità, anzi:  "Per quanto emerso dalle attività di ascolto, i vertici del cda della società bianconera, in primis il presidente Andrea Agnelli, appaiono, di fatto, ben consapevoli della condotta attuata dall’ex manager bianconero e delle conseguenze estremamente negative sotto il profilo finanziario, non certo derivanti solo dal contesto pandemico in atto".

 

 

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