«Mai più un caso Crotone. In futuro, senza stadio a norma, non si giocherà». È solo un esempio, ma è il più significativo. Segnatevi la data di ieri, 23 settembre. Per l’ennesima volta, Tavecchio ha riunito nella sede della Figc leghe e componenti, come li definisce la dicitura federale, cioè Serie A e B, Lega Pro, Lnd, calciatori e allenatori. Convocati a via Allegri in nome della «madre di tutte le riforme», la riduzione dei campionati. La solita litania: «Dobbiamo ridurre le squadre professionistiche». Solo che stavolta, sul serio, ne è uscito qualcosa di molto concreto e, soprattutto, assai credibile.
stampa
Tavecchio: “Facciamo più selezione e ridurremo le squadre”
Il presidente federale promette una stretta sulle squadre che giocano nei campionati professionistici
Gli stadi devono essere tutti a norma, altrimenti non giochi. Le tribune devono tornare a riempirsi: vanno varate e incentivate politiche in questo senso. Gli azionisti devono possedere liquidità e lungimiranza: stop alle licenze col respiro corto, serviranno piani sostenibili per più stagioni. Questo nuovo pacchetto di regole, da introdurre gradualmente con un piano di due o tre anni, dovrebbe produrre una serie di risultati utili: chiudere il sistema ai cialtroni, recuperare credibilità tra gli appassionati e, soprattutto, nel sistema creditizio (che oggi guarda al nostro calcio come ad un imprenditore in bancarotta), rassicurare calciatori e allenatori che le società ammesse ai campionati pagheranno loro gli stipendi.
La Gazzetta dello Sport
© RIPRODUZIONE RISERVATA