Le mura dello spogliatoio, l’ingresso al campo, il profumo dell’erba e quella panchina. Paulo Sousa conosce tutto del St. Jakob-Park. Stadio che nella passata stagione lo ha visto portare il Basilea alla conquista del 18o titolo svizzero della storia, il sesto consecutivo. Domani ci entrerà per la prima volta da ex, con la speranza di tornarci tra qualche mese. Lì infatti, il 18 maggio, si giocherà la finale di Europa League.
stampa
Sousa, a Basilea tre conti aperti
Il tecnico non vuole sbagliare
RIVINCITA Se a Tel Aviv Sousa ha lasciato un pezzo di cuore (nella stagione 2013-14 ha guidato il Maccabi), oltre che il titolo di campione d’Israele, al Basilea inteso come società Paulo deve molto. In Svizzera ha ultimato un processo evolutivo che lo ha reso l’allenatore che è. Predestinato da sempre, consacrato da poco. Non può essere, e non sarà, una partita come le altre. Il portoghese ha già sfidato il proprio passato a metà settembre al Franchi, quando il Basilea riuscì a rimontare e battere la sua Fiorentina. Un passo falso mal digerito: vuoi per un po’ di logico orgoglio, vuoi per un risultato che, unito a quello rimediato al Franchi contro il Lech Poznan (1-2), pone sul match di domani un valore assoluto. Vincere significherebbe arrivare ad un passo dalla qualificazione ai sedicesimi. Cadere, invece, soprattutto se contemporaneamente i polacchi dovessero battere il Belenenses, porterebbe la Viola ad un centimetro dal baratro.
ACCOGLIENZA Paulo Sousa a Basilea non ha fatto bene, ma benissimo. La squadra ha vinto il campionato e ha superato il girone di Champions ai danni del Liverpool, uscendo poi agli ottavi contro il Porto. Giocando un calcio credibile e riconoscibile. Per questo l’atmosfera che dovrebbe circondare il ritorno del portoghese pare cordiale. Anche se nel finale di stagione qualcosa non ha funzionato per alcuni motivi. Le voci sul proprio futuro, la trattativa fiume con la Fiorentina, quella finale di Coppa di Svizzera persa malamente (3-0) contro il Sion prima dell’addio definitivo. L’accusa? Un Sousa un po’ distratto dalla possibile, poi divenuta certa, avventura a Firenze. Chi lo conosce nega il calo di motivazioni. E c’è da crederci. Una cosa mette d’accordo tutti, a prescindere dal cuore, dalle emozioni e dal passato: domani Paulo cercherà con fermezza e ferocia il risultato. Lo farà con gli uomini migliori, alcuni dei quali tenuti a riposo contro l’Empoli proprio per la sfida del St. Jakob-Park. In dubbio c’è il solo Borja Valero, uscito acciaccato dal match di domenica. Sousa ci tiene. Come sempre. Più di sempre.
La Gazzetta dello Sport
© RIPRODUZIONE RISERVATA