Simeone due, «Bentegodi» zero. E sempre dopo una manciata di minuti. Era accaduto con il Verona ed è stato così anche ieri. Questione di feeling, verrebbe voglia di dire, ma visto che le trasferte nel capoluogo veneto si sono esaurite, adesso la Fiorentina aspetta che il Cholito si cali definitivamente nel ruolo di bomber. E non pensi più a quanto di positivo è riuscito a fare nelle due gare del ‘Bentegodi’. Ma torniamo a ieri. Il lampo dell’attaccante della Fiorentina è stato un lampo da centravanti di razza. Complice, certo, l’assist millimetrico di Thereau, ma il Cholito era lì, al suo posto ben piazzato. E pronto a dare alla partita una spinta che però _ visto come sono andate le cose _ si è esaurita con lo scorrere dei minuti. Ok, rimaniamo al bomber argentino. Con l’astinenza da gol, pericolosa soprattutto a livello psicologico, terminata, rimane adesso da mettere a fuoco il resto delle cose che ruotano attorno al giocatore. La ‘solitudine’ delle prime partite sembra essere finita e Thereau e Chiesa sono così le sponde giuste per far rimanere il Cholito al centro della manovra offensiva della Fiorentina. Il problema, dunque, rischia di essere di altro tipo e Simeone pur non rimanendo fermo un minuto si trova troppo spesso a dover rincorrere palloni o in spazi già chiusi dai difensori avversari. Neppure quel ‘saltare’ dalla corsia destra a quella sinistra (e viceversa) dei compagni di reparto che Pioli ordina ogni dieci minuti a Thereau e Chiesa sembrano essere la mossa giusta per ravvivare l’istinto da bomber dell’argentino.
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Simeone e il Bentegodi: i bonus sono già finiti
Simeone a segno anche contro il Chievo dopo aver timbrato il cartellino contro il Verona. Ma ci sono ancora dei problemi da risolvere
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