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Rifondazione low cost, c’è un precedente

Sette anni fa l’arrivo di Corvino portò una rivoluzione nel gruppo viola

Redazione VN

A DISTANZA di sette anni dalla primavera 2005 in cui la Fiorentina dei Della Valle, anche allora appena scampata dalla B, attuò un’autentica rivoluzione interna, ecco di nuovo la necessità di un profondo rinnovamento. Allora si cominciò dall’alto. Fabrizio Lucchesi, responsabile organizzativo, e Giovanni Galli, responsabile dell’area tecnica, furono rimpiazzati dall’unica figura di Pantaleo Corvino, il quale si attribuì in toto le loro funzioni e svariate altre, compresa la direzione dell’intero settore giovanile. Ringraziato l’allenatore Dino Zoff, che comunque aveva salvato la squadra, arrivò al suo posto Cesare Prandelli. Quanto alla squadra il primo impegno di Corvino fu quello di sfoltire drasticamente i ranghi troppo numerosi e ulteriormente ampliati dal rientro di svariati prestiti.

E SI TRATTAVA anche di recuperare un pacchetto di milioni indispensabile per alleviare i grossi investimenti necessari per ricostituire e rinforzare la rosa. Così, fra i giocatori che nella stagione precedente avevano disputato almeno un incontro di campionato o di coppa Italia, e fra i rientri più importanti dai prestiti, ne furono ceduti a vario titolo ben ventitré. Chiellini tornò alla Juventus per 4,3 milioni, e così, ma alle buste, Miccoli per 2,35 e Maresca, per appena 7.000 euro. Sempre alle buste Obodo fu rispedito a Perugia, ricavandone altri 2,35 milioni. Le cessioni di Ariatti, Piangerelli, Soncin, Camorani, Savini, Carrus, Scaglia e Bacis e il prestito oneroso di Nakata fruttarono in tutto oltre 3 milioni. Lasciarono Firenze, prestati a titolo gratuito, Riganò, Lupatelli, Viali, Fantini, Helguera, De Vezze, Bochu e Minieri. Infine per Di Livio e Delli Carri scadeva il contratto e non fu rinnovato. Da tutte queste voci rientrarono nelle casse della società più di 12 milioni. Di contro furono numerosi anche gli arrivi, e non pochi di qualità. L’acquisto più costoso fu quello di Toni, 10 milioni, ma spesi molto bene.

GAMBERINI fu pagato 3 milioni e Pasqual 2,5. Grandi colpi di mercato il prestito di Fiore e soprattutto quello di Frey, in seguito riscattato e futuro protagonista delle migliori stagioni viola. Di Loreto e Pancaro furono acquistati a costo zero. Mentre Brocchi e Pazienza arrivarono in prestito. Costosi, ma proficui, i riscatti delle comproprietà di Montolivo (3,5 milioni) e Dainelli (2,5).

Con altri 2,7 milioni fu trasformato in comproprietà il prestito di Donadel. Con un investimento di poco superiore ai 24 milioni, di cui circa la metà coperto dalle entrate per le cessioni, fu costruita una squadra nettamente superiore alla precedente e in grado di dare subito grosse soddisfazioni.

La Nazione