Su Repubblica in edicola oggi si ripercorre la parabola di Paulo Sousa dal suo arrivo a Firenze. Era il 6 luglio 2015, quando proprio lui si mise a saltare al ritmo di "Chi non salta bianconero è" durante la presentazione della squadra in Santo Spirito, frugando i dubbi sul suo inevitabile passato alla Juve e fu "degobbizzato" nel giro di un amen. La gente si innamorò di Paulo: selfie, parole dolci e primo posto in classifica. Pian piano però quel feeling si è perso e i fiorentini non credono più al loro condottiero, per questo motivo vincere domani sera potrebbe riaccendere l'entusiasmo e regalare una gioia ai tifosi: un po' come quando nel '97 se ne andò dalla Juve e alzò la Champions League in faccia ai propri compagni con la maglia del Borussia Dortmund. Colpa di un duro scontro con la Gea, società che allora dominava il mondo del calcio e del mercato. Venne quindi la cessione e, nemmeno un anno più tardi, la vendetta. Servita gelida.
Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale
stampa
Repubblica: Sousa, battere la Juve per addolcire l’ora dei saluti
La parabola, le contraddizioni e le ambizioni di un tecnico che sembra avere il bianconero nel destino: ma prima dell'addio...
Ma a Torino resta un’amicizia vera, quella con Andrea Agnelli, sopravvissuta ai veleni e al trascorrere degli anni. Per questo, oggi, sono in molti ad immaginare una nuova vita in bianconero per Paulo. E viste le ambizioni di Sousa, la Vecchia Signora potrebbe dargli una mano. Ma prima il tecnico viola ha un compito: chiudere al meglio la sua strana avventura fiorentina e, magari, convincere definitivamente Agnelli a riportarlo sotto la Mole. Una cosa è certa. Per lui, esattamente come per tutta Firenze, quella di domani sera non sarà una partita come le altre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA