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Sulle pagine de La Repubblica si parla della svolta della Fiorentina di otto giorni fa. La sfida contro la Lazio pareva impossibile considerando che la squadra viola, fino a quel momento, aveva sempre fallito contro le grandi. Ha giocato anche su quello, Pioli, parlando al gruppo e provocandolo. Una specie di sfida che i giocatori hanno accettato al volo. E così, all'Olimpico, hanno lottato fino alla fine (e oltre) per non uscire sconfitti: bastava guardarli negli occhi, al 90', per capire quanto fosse stato importante quel pareggio. Un punto, mica niente di straordinario, ma dal valore infinito. Perché nello spogliatoio la convinzione è aumentata. E ora non hanno nessuna voglia di fermarsi.
Merito soprattutto di Stefano Pioli. Uno che, con poche parole e zero piagnistei, ha accettato la realtà di una Fiorentina limitata nelle ambizioni immediate e si è messo al lavoro per tirarne fuori il meglio. Si spiega così la crescita di tanti giocatori viola. E poi quell'insistere quotidiano sugli aspetti tattici, e tecnici. Ogni allenamento sfruttato per elevare il livello. Aziendalista, Pioli, ma senza dimenticare di dire la sua. Come per l’acquisto di Thereau. E chissà che alla base delle parole di Diego, e delle sue continue telefonate al tecnico, non ci sia proprio la soddisfazione per aver ritrovato un allenatore che, senza far rumore, pensa soltanto a fare bene il proprio lavoro.
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