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Repubblica: Corvino, tra il “gollo” e un giudizio in sospeso

In estate, a lungo è stato in difficoltà, a orecchie basse, poi, una volta chiuso il mercato, è tornato a ruggire e gonfiare il petto

Redazione VN

Pantaleo Corvino è stato accolto dai bolognesi, in gennaio, come se non avessero mai visto prima un direttore sportivo - scrive La Repubblica -. Tappeto rosso lungo come la variante di valico, e ali di folla adoranti (molta stampa inclusa). Un fenomeno. Un drago. Il re del mercato. Il più grande talent scout dell’emisfero nord. Dovete capire, il Bologna veniva da anni di miserie, stenti e dirigenti improvvisati.

In realtà, nei primi sei mesi da giugno 2014 a dicembre 2014, un ds piuttosto bravino era stato preso, Filippo Fusco, che in effetti nel giro di tre settimane a zero euro e un club in fallimento, aveva buttato solide basi per la promozione. Ma da quando in società, in autunno, era arrivato il magnate italo canadese Joey Saputo, re della mozzarella, uno davvero ricco sfondato, la sbornia collettiva aveva portato a bruciare ogni scoria di passato per sognare scenari da Champions League.

Corvino, in estate, a lungo è stato in difficoltà, a orecchie basse, poi, una volta chiuso il mercato, è tornato a ruggire e gonfiare il petto, ricordando ogni piè sospinto il suo curriculum e soprattutto i suoi trionfi alla Fiorentina, in quel suo slang che fa sorridere i tifosi (ma senza snobismi) a Bologna ora si dice “gollo”, non più gol. Il giudizio su Corvino nel frattempo è sospeso, in attesa di capire se quei 40 milioni potevano essere spesi meglio.