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Quel sorriso dietro a una sconfitta. L’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Le nuove certezze della squadra viola dopo la sconfitta di Napoli

Una sconfitta che non scalfisce nessuna delle belle certezze messe insieme lungo le prime giornate di cammino. Nel cuore, nella testa e nella pancia tutti avevano un pensiero forte e chiaro: andiamo a Napoli a giocarcela, poi si vedrà. Questo volevano i tifosi: giocarsela alla pari contro una squadra più ricca e, sulla carta, più ambiziosa. Nessun tradimento, nessuna delusione: la Fiorentina è sempre la stessa, non c’è stato un calo di tensione o la vertigine da primato. In campo la squadra di Sousa è scesa sicura come aveva fatto più o meno sempre.

Pressing alto, ripartenze, possesso palla a tratti prezioso e, soprattutto, molta attenzione ma nessuna paura. Ma se vuoi capire la forza di questa squadra, che per un passaggio un po’ sballato perde una sfida che poteva anche portare via, devi prima di tutto inquadrare gli occhi della sua gente, quella arrivata qui con l’orgoglio di una classifica splendente, quella che ha capito che questa Fiorentina meravigliosamente imperfetta ti fa emozionare comunque, anche quando esci senza niente in mano, anche quando rischi di farti strappare quel primato che hai tenuto stretto per quelle due settimane che sembravano non finire mai.

Beh, c’è delusione. Ma non per la sconfitta in sé, che su questo campo andava messa in preventivo. Il senso è opposto: è, come dice una ragazza con la sciarpa viola addosso e le lacrime che scendono giù lente sulla guancia, una delusione di altro tipo: «Quando abbiamo pareggiato ero sicura che l’avremo vinta». Ecco, prima di parlare di un errore difensivo pagato molto caro, è meglio discutere di ciò che abbiamo visto per novanta minuti più recupero, cioè una Fiorentina autorevole, coraggiosa e reattiva. Sì, è bene riflettere su un altro punto.

Questo: la Fiorentina, al San Paolo, contro una squadra costata il doppio, con un monte ingaggi moltiplicato per due, il doppio anche di introiti televisivi, con intorno 50 mila tifosi che qui è una roba rara, subito il gol è rimasta se stessa, ha mantenuto il sangue freddo perché consapevole di poter riprendere in mano il tutto, cosa che ha fatto, anche se la gioia è durata un attimo. Ecco: la Fiorentina lascia il fatiscente stadio San Paolo senza un punto ma con una certezza, quella di di potersela davvero giocare con tutti. Perché perfino una sconfitta può generare qualche sorriso.

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