Sul Corriere Fiorentino troviamo un articolo sulla poca importanza che i media nazionali danno alla Fiorentina. “Si parla poco dei viola” si lamentano i tifosi. Da Sky fanno sapere che il giornalista Paolo Condò “ha messo la Fiorentina sullo stesso piano dell'Inter e subito dietro alla coppia Roma-NapolI”. Anche Mediaset si difende e precisa: “Quello sui viola – dice il direttore di Sport Mediaset Alberto Brandi – è stato il secondo servizio del nostro tg all'ora di pranzo. Abbiamo mandato in onda la Fiorentina prima ancora del pezzo dedicato alla vigilia della Champions, perché a Premium vogliamo coccolare tutte le nostre 8 squadre. Dico di più: Sousa gioca il miglior calcio d'Italia e da amante di questo sport mi auguro possa arrivare più in alto possibile”. Carlo Paris, direttore di Rai Sport, va anche oltre. E scavalca le logiche dell’audience e del bacino d’utenza per spiegare che «l’unica logica che conta è quella della notizia. Vi faccio un esempio — continua — per Fiorentina-Roma c’erano cinque inviati Rai al Franchi. Per questo sono stato accusato di essere filo-Renzi e soggetto al potere politico. Niente di più falso, perché l’unica cosa che contava era dare un buon servizio per una partita tra prima e seconda in classifica. A noi non interessa se la Fiorentina ”tira” meno del Milan o di altre, a noi interessa quello che propone la serie A. Di certo per Fiorentina-Frosinone abbiamo avuto una copertura inferiore, ma qui ritorno sul concetto primario: conta l’importanza della partita stessa e la gerarchia delle notizie da mettere in scaletta». A proposito di notizie, Mario Sconcerti, fiorentino doc, editorialista del Corriere della Sera e opinionista Sky , entra nel merito del problema: «Vi giro la questione — dice Sconcerti — quante volte Firenze va in prima pagina per un fatto di cronaca? La nostra città è nobile ma non popolosa e non può far finta di essere una grande piazza. Detto questo aggiungo “chissenefrega”. Perché diventa ancora più gradevole cercare di affermarsi e perché personalmente sono felice di stare nell’oscurità, visto che da lì si cattura meglio la preda».
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Primi, ma non nei palinsesti. La disputa (viola) con le tv
I tifosi si lamentano del poco spazio sui media nazionali
«Ha ragione Sconcerti — chiude la storica voce Rai della Nazionale Bruno Pizzul — c’è un’inevitabile sproporzione tra i club che polarizzano il tifo e tutte le altre. Non è giusto, ma temo sarà difficile cambiare questo sistema: se si lamentano i fiorentini però, cosa dovrebbero dire i tifosi di Atalanta, Udinese, Cagliari e via dicendo? A loro vengono concessi spiccioli di trasmissione, ma il motivo resta sempre quello: i soldi. Come quelli che persero i grandi media nazionali nell’anno dello scudetto del Verona. Se vince una piccola infatti, il 75% dei tifosi di calcio non guarda più la tv e non compra i giornali».
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