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L’aritmetica che consola. Grazie Emilia

Ringraziare l’Emilia, che non è una gentil signora, ma la regione di Bologna e Parma, le due squadre che battendo il Genoa e il Lecce hanno consentito alla Fiorentina di …

Redazione VN

Ringraziare l'Emilia, che non è una gentil signora, ma la regione di Bologna e Parma, le due squadre che battendo il Genoa e il Lecce hanno consentito alla Fiorentina di «festeggiare», senza merito alcuno, la quartultima giornata di campionato. È andata bene, anche se è andata male la partita di Bergamo. Conti alla mano — conti incoraggianti e tuttavia malinconici — se mercoledì il Lecce verrà sconfitto sul campo della Juventus, alla Fiorentina basterà addirittura un miserevole pareggio in casa contro il Novara per raggiungere la salvezza aritmetica a due giornate dalla fine. Ma che, tristezza. Tristezza che è ripiombata d'attualità con la prestazione di Bergamo.

La Fiorentina aveva molti assenti. Oltre a Gamberini e Montolivo, che più che altro sono accantonati, mancavano Boruc, Cerci e se vogliamo anche Amauri, che ha sempre combinato poco, ma che in questa partita un posto lo avrebbe trovato. In svantaggio dopo pochi minuti (primo tiro e primo gol per l'esordiente Neto, molto spettatore nella circostanza), la Fiorentina aveva già la sconfitta in tasca, sia per come aveva affrontato la gara, sia per le difficoltà di risalire lo svantaggio, difficoltà che con Jovetic in giornata grigia — fino al punto di sbagliare anche un rigore calciandolo proprio come il suo amico Ljajic — e con Behrami infortunato, sono continuamente aumentate fino al punto da avvolgere la squadra e da condurla verso una inoffensiva routine, qualcosa tra l'incapacità di fare meglio e la necessità — a partita ormai compromessa — di risparmiare energie per mercoledì.

Tesi benevola, quest'ultima, fatto sta che dopo il rigore sbagliato la Fiorentina ha aspettato la fine. Acosty da solo aveva più voglia e più cuore di tutti gli altri. Una prestazione di questo tipo se non ha compromesso la classifica ha però riproposto le ormai risapute debolezze della Fiorentina, ricacciando indietro i progressi. Anche Rossi torna in discussione. Per la salvezza può bastare un passo, possono bastare i risultati negativi degli altri, ma ritrovarsi in questa condizione a tre giornate dalla fine è la testimonianza dell'indiscutibile fallimento della stagione. Perdere a Bergamo in questo modo, come se si trattasse soltanto di un' innocua partita di fine stagione, ne è la riprova. Un altro campionato così la Fiorentina non potrà permetterselo, pena lo spopolamento degli spettatori, compresi quelli che la guardano in tv.

Sandro Picchi - Corriere Fiorentino