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L'editoriale

L’addio di Antognoni ed un’identità senza bandiere

Giancarlo Antognoni

L'editoriale di Poesio sulla vicenda Antognoni

Redazione VN

Nell'edizione odierna del Corriere Fiorentino troviamo un editoriale a firma Ernesto Poesio. Ve ne proponiamo qualche stralcio, l'argomento riguarda la vicenda Antognoni:

"Il passato come risorsa per il futuro, se il concetto può valere (e bene) nel marketing, più difficile è quando si ha a che fare con le persone. Non «bandiere immobili», ma ponti con le realtà in cui, acquistando un club, le nuove proprietà (sempre più spesso straniere) sarebbero tenute a confrontarsi. Ma nella logica del business, di ponti è sempre meglio averne pochi."

"L’apporto di Giancarlo Antognoni alla Fiorentina non poteva essere monetizzato (a parte qualche cena come premio vinto ai punti). Perché l’esperienza non ha un prezzo e perché la capacità di vivere le logiche di uno spogliatoio non si comprano. Eppure, come dimostra l’Italia di Mancini, sono quelle risorse che fanno la differenza fra una storia sportiva di successo e una anonima. L’era Commisso era iniziata con un bagno di folla, è continuata con la ricerca del consenso e poi col tentativo di creare un rapporto diretto con i tifosi bypassando tutto e tutti. Una specie di fortino, dentro o fuori, con me o contro di me. Tanti ex viola nell’ultimo anno hanno deciso di andarsene o sono stati accompagnati alla porta come Dainelli, Buso, Donadel per non parlare di Cesare Prandelli o Borja Valero. Il giorno della presentazione di Italiano Daniele Pradè ha per la prima volta ammesso una mancanza di identità. Siamo d’accordo con lui, e più volte lo abbiamo evidenziato. Ora più che mai è quella la strada. Da percorrere però senza la propria bandiera. Non è un controsenso?"

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