Pepito è convinto di farcela a riassaporare il profumo dolce dell’azzurro, Mario pure. Sono la coppia più talentuosa del calcio italiano, attaccanti di livello mondiale, eppure fuori dalla Nazionale e dal grande giro. Rossi per via di un ginocchio fragile, Balotelli perché il bambino che è in lui gli impedisce di diventare uomo. Antonio Conte li segue da lontano, con finto distacco e sensazioni ogni giorno diverse. Il rischio è illudersi che insieme, Rossi e Balotelli, o magari anche solo uno dei due, possano risolvere i problemi di una Nazionale che segna con il contagocce: 11 gol (in 8 partite) nelle qualificazioni europee e solo 6 su azione, la metà della Spagna (22), poco più di un terzo della Polonia (29).
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La speranza di Conte si chiama Pepito (e anche Balotelli)
Alessandro Bocci sul Corriere della Sera parla di Giuseppe Rossi (e di Balotelli), osservati speciali di Conte
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Pepito, tornato al gol in Europa League, ha voglia di azzurro. Prima però deve riappropiarsi della Fiorentina. Paulo Sousa sta gestendo il suo rilancio in maniera impeccabile e Conte, ex compagno di squadra del portoghese nella Juve, sa che può fidarsi. L’americanino sinora ha giocato senza incantare, il talento appesantito dall’inevitabile potenziamento muscolare servito a proteggere quel ginocchio di cristallo. Però a differenza di Balotelli ha fame, grinta, voglia di riprendersi quello che la sorte gli ha tolto. L’importante sarà essere pronto a primavera. Con Rossi potrebbe essere un’altra Italia. Ma sono vietate le illusioni.
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