Solo Milic fra i nuovi arrivati - scrive La Nazione - ha scalato il muro dei 500 minuti in campionato, gli altri dieci della squadra fanno parte a vario titolo del cosiddetto club dei senatori. Maturi o giovani, tutti giocatori per i quali la Fiorentina ha dichiarato di aver respinto «offerte di alto livello» durante il mercato estivo. Nessuno di questi è rimasto particolarmente impresso nella categoria delle imprese memorabili e da qualche settimana fra i più dispersivi c’è Borja Valero. Il «sindaco» viene considerato il simbolo di un team che ha diminuito il suo famoso mix (fantasia/energia) diventando troppo prevedibile e orizzontale, senza sbocchi sulle fasce e individualità in grado di saltare l’uomo. E questa è solo una parte dei problemi.
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La Nazione: sos Fiorentina, i senatori sotto esame
Borja è il simbolo di un gruppo che deve ritrovare (anche) l'orgoglio. Il legame con Firenze e la necessità di dimostrarlo
Riflettori su Borja proprio perché non ci sono dubbi sul legame – autentico – stabilito con Firenze dallo spagnolo e la sua famiglia: quand’è arrivato qui dal Villarreal, mai avrebbe immaginato Valero di diventare il più amato per inclinazioni solo in parte esibite, nel suo passato lontano dalla Nazionale spagnola.
E invece a Firenze è nato un feeling durante le gestione Montella – perfetta per Borja –, sentimento poi prolungato anche nel primo anno di Sousa. L’assedio estivo della Roma è sembrato meno invadente proprio alla luce del rapporto fra il giocatore e la città, che poco ora si sente rappresentata dalla squadra che si spalma in campo, appiattendosi invece di emergere.
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