"Se n’è andato un cuore granata dagli occhi di ghiaccio - racconta La Repubblica.- un grande allenatore che per due volte si era seduto sulla panchina della Fiorentina. Nel ‘73, quando sperimentò il calcio totale dell’Olanda con una squadra giovane e coraggiosa, e vent’anni dopo, quando, chiamato da Mario Cecchi Gori, riaffermò le sue idee riviste e corrette dall’esperienza con un gruppo nato per attaccare ma finito nel modo peggiore, dopo il suo esonero rimasto celebre per la sfuriata del "laureato" Vittorio. Radice era un duro gentile che a Torino ha portato uno Scudetto, rimanendo nel cuore di tutti i tifosi granata, quelli che con Firenze hanno un patto indissolubile e un avversario in comune chiamato Juventus. Il primo Radice fiorentino era un giovane allenatore innamorato del calcio totale. L’Olanda di Cruijff era il modello globale, quei terzini pronti a farsi attaccanti erano una vera e propria rivoluzione rock & roll. La vita di Gigi Radice, la sua visione del calcio, il suo scudetto granata e i suoi passaggi fiorentini sono raccontati in un bel libro scritto da Francesco Bramardo e Gino Strippoli intitolato "Gigi Radice: il calciatore, l’allenatore, l’uomo dagli occhi di ghiaccio".
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Il saluto a Gigi Radice, mister dagli occhi di ghiaccio
Il ricordo de La Repubbica dell'ex allenatore scomparso nella giornata di venerdì
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